Zona franca, Cappellacci sfida Cherchi: «Non esistono obiettivi minori né trattative al ribasso»

Ugo Cappellacci non lo nomina mai, nel suo post. Ma è ovvio che quelle sedici righe lanciate su Facebook alle 15,58 siano tutte per Tore Cherchi, il democratico che ha tracciato una linea nella rivendicazione della Zona franca. «Si parta subito dai Punti franchi», ha detto l’ex sindaco di Carbonia, ex presidente della Provincia Sulcitana ed ex parlamentare, proprio quando la Sardegna aveva firmato con Roma il decreto legislativo 75 del 1998. Ovvero, quello che ha aperto la strada alla defiscalizzazione (ancora sulla carta) per gli scali di Cagliari, Portovesme, Oristano, Porto Torres, Olbia e Arbatax. Il governatore non ci sta: «Lavoriamo per la Zona franca integrale, non esistono obiettivi minori né trattative al ribasso».

PALETTO MESSO. Dunque, resta infiammato il dibattito sulla detassazione, tema che non ha ancora conosciuto punti di caduta. quanto a conflitti tra schieramenti. L’ultimo duello a distanza lo apre Cappellacci, contro Cherchi, attraverso un post su Facebook. «La Giunta – scrive il presidente della Regione – trasmetterà al Governo una delibera che, sulla base della volontà espressa da 340 Comuni chiede l’istituzione in Sardegna della Zona franca integrale».

IL PERCORSO. Cappellacci non ne vuole sapere di mollare la presa, anche perché l’azzeramento delle imposte è stato rivendicato «da migliaia di cittadini», ricorda. Quindi la posizione ribadita. «Per noi, pur avendo dato seguito agli impegni sulla delimitazione dei Punti franchi, non ci sono obiettivi intermedi né trattative al ribasso. L’unico traguardo è quello della Zona franca integrale (isole comprese)».

IL VERTICE. Si arriva così al tassello più recente che il presidente della Regione sostiene di aver posizione nel mosaico della battaglia istituzionale. «Il percorso che stiamo seguendo, come confermato anche dal vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, non solo è legittimo, ma anche idoneo a condurre risultati. Ora manca il pronunciamento dello Stato». Segue una promessa: «In caso di inerzia del Governo, lo diffideremo e lo metteremo in mora. Non stiamo chiedendo una misura assistenzialistica, ma un riconoscimento che ci consentirebbe di camminare con le nostre gambe e con le nostre forze».

IL QUADRO. Il passaggio finale di Cappellacci è una sintesi con lo sguardo rivolto a Bruxelles. «La Zona franca integrale – spiega ancora il capo della Giunta – è una giusta compensazione degli svantaggi derivanti dall’insularità. E ciò consentirebbe alle imprese e ai lavoratori di essere competitivi con altri territori. Sono i princìpi cardine sanciti in sede Ue dal Trattato di Lisbona, all’articolo 174, volto a ridurre i divari tra i territori e rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale. Per ottenere il rispetto di questo principio e dei diritti che da esso discendono, per la Sardegna siamo pronti anche rivolgerci alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea». (al. car.)

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