Vitalizi agli onorevoli, è sorpresa Pd: dem con Pais, ‘scaricati’ Zedda e M5s

C’è voluta una giornata intera perché il gruppo Pd in Consiglio regionale – guidato da Gianfranco Ganau – prendesse posizione sul ‘caso vitalizi’. Ovvero la possibilità che venga reintrodotta la pensione ai politici, come nella proposta di legge scritta una settimana fa dal presidente Michele Pais (leggi qui) e fatta propria oggi dalla maggioranza di centrodestra. Ma quello che viene fuori da ‘casa dem’, dopo ore di silenzio, è una bomba: il Pd sta con Pais e di fatto scarica sia l’alleato Massimo Zedda, il primo a contestare il testo normativo, sia gli M5s che a ruota hanno seguito l’ex sindaco di Cagliari sulla linea della protesta.

Sono nove righe piene quelle che i dem hanno spedito via mail alle redazioni. E già nell’incipit il gruppo consiliare gioca a carte scoperte. Recita il comunicato: “Il Pd ha affermato la propria contrarietà a che la Sardegna non rispettasse, a differenza della Sicilia, il termine entro il quale le assemblee regionali devono adottare il nuovo sistema di ‘indennità differita’ per i consiglieri regionali”. Il passaggio è tecnico, si riferisce al Capo I della proposta Pais, nella quale è previsto il riconteggio degli attuali vitalizi sostituendo il sistema retributivo con quello retributivo.

E fin qui nulla di strano. Ma siccome nel Pd hanno mangiato ‘pane e volpe’, si guardano bene dal dire apertamente che sono favorevoli al vitalizio. Nel partito scelgono una strategia più raffinata: la buttano sul rispetto della legge per accreditare l’intera proposta Pais, compreso il Capo II sulla reintroduzione delle pensioni per tutti, annullando così la cancellazione decisa nel 2014 in seguito all’inchiesta sul peculato che travolse la massima assemblea sarda. Dal Pd scrivono: “La violazione del termine (cioè l’obbligo del riconteggio delle pensioni entro il 30 giugno) produrrebbe una riduzione di trasferimenti statali per la Regione”.

Sul Capo II della proposta Pais, oltre a Zedda si è espressa oggi Desirè Manca, esponente di M5s, che ha smontato la versione del presidente leghista sostenendo che “Roma ha imposto unicamente la conversione delle pensioni dal sistema retributivo a quello contributivo e non anche la loro reintroduzione“.

Dal Pd fanno poi sapere che “si riservano di presentare emendamenti al testo nazionale nelle sedi appropriate”. Ma non mettono alcuna pregiudiziale. Preambolo, questo, di un quasi scontato voto favorevole in Consiglio, non appena la proposta di legge Pais approderà in aula per l’approvazione. Nella sua interezza. A questo punto subito dopo le Comunali di domenica prossima e comunque prima del 30 giugno.

Il finale del comunicato dem è un sigillo messo sullo scontro con Zedda, in prima battuta. “Il gruppo Pd – è scritto ancora – respinge altresì ogni tentativo di strumentalizzazione sul tema, ricordando che il nuovo modello, caratterizzato dalla riduzione dei vitalizi agli ex consiglieri e dall’introduzione del modello Fornero per il futuro, è stato approvato dall’attuale Governo M5s-Lega e approvato dalla conferenza Stato-Regioni oltreché da quella dei presidenti dei Consigli regionali”.

Prima o poi doveva succedere che i rapporti tra Zedda e il Pd, da tempo diventati tiepidi, finissero per segnare una distanza profonda. La previsione fatta da molti osservatori si è concretizzata già adesso, a pochi mesi dall’avvio della legislatura. Nella politica sarda si preannunciano moltissime sorprese. Sia in quota maggioranza che nel centrosinistra.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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