Una leggina per cementificare le coste, il centrodestra ci riprova con un trucco

Scardinare i vincoli del Ppr con una leggina regionale. Ovvero accendere luce verde al cemento lungo le coste. È questa l’ultima trovata del centrodestra di Christian Solinas. La proposta normativa è arrivata giovedì 28 in commissione Urbanistica del Consiglio regionale. Obiettivo: stralciare la fascia dei trecento metri dal mare dall’obbligo di co-pianificazione tra Stato e Regione. Uno stesso risultato è ipotizzato per le zone agricole e i beni identitari.

Ma andiamo con ordine. Giovedì 28 è successo che in commissione Urbanistica, come da ordine del giorno, si sarebbe dovuta votare la proroga del Piano Casa. Quindi la possibilità di aumenti volumetrici per edilizia privata e hotel, secondo un intervento che centrodestra e centrosinistra, all’unanimità, ri-approvano di legislatura in legislatura convinti di rilanciare così il settore del mattone. Solo che nella leggina di una settimana fa non c’è era solo la proroga, scritta all’articolo 1. Nero su bianco ecco anche “l’interpretazione autentica sulle norme di pianificazione paesaggistica”, contenuta nell’articolo 2 (clicca qui per consultare il documento integrale.

Stando a quando risulta dalla proposta di legge, con primo firmatario Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, Solinas e suoi vogliono dimostrare questo: siccome il Ppr è stato approvato nel 2006, su di esso non deve valere l’obbligo di co-pianificazione tra Stato e Regione, deciso con decreto legislativo del 2008. In buona sostanza, la maggioranza di centrodestra, in base al principio della non retroattività di una norma, vuole sottrarre il Ppr a un vincolo normativo, in modo da poter decidere in autonomia dove e come cementificare.

Sotto il profilo strettamente politico, il copione è sempre lo stesso: il Psd’Az, che controlla anche l’assessorato all’Urbanistica tramite Quirico Sanna, si affida al suo capogruppo Mula per cambiare l’assetto normativo della Regione. È già successo con la leggina ‘Salva dg’, con la quale sotto Natale erano state cambiare le regole di ingaggio dei direttori generali esterni. Adesso stessa strategia, con il mattone al centro dei desideri.

L’ultima volta che l’urbanistica era finita nel mirino delle polemiche correva aprile, l’Isola era in piena emergenza Covid-19. Spuntò una delibera di Giunta con la quale si autorizzavano due interventi sul mare: uno a Monte Turnu, a Castiadas, l’altro ad Arbus. Pochi giorni dopo Solinas disse che lui non ne sapeva nulla. E tutto venne ritirato. Ovvio che si trattava di pura finzione politica (il presidente era informato eccome, tanto che non se la prese con nessuno).

Adesso sta andando in scena la proposta di legge che unisce Piano casa e Ppr. Lo scacchiere è definito. Contro il nuovo assalto alle coste si sono già scherati i Progressisti, stavolta insieme al resto dell’opposizione. “Con i colleghi di Pd e M5s – è scritto in una nota firmata da Maria Laura Orrù e Antonio Piu -, abbiamo presentato una serie di emendamenti per convincere la maggioranza a rimuovere dal testo normativo l’interpretazione autentica. La fascia costiera, i beni identitari e zone agricole rappresentano per noi risorse preziose, irripetibili e non rinnovabili. La Regione ha il dovere di continuare a tutelarle e valorizzarle. La legge va ripulita da questo pericoloso articolo 2. Il centrodestra sta utilizzando una legge ordinaria per aggredire il Ppr”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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