Tra politica ed Eurallumina un collaudato sodalizio

Tra chi ha gettato incenso sul sistema Eurallumina ci sarebbe anche Giorgio La Spisa, nel 2009 – periodo a cui risalgono le intercettazioni depositate dai Noe nell’ambito dell’inchiesta del pm Marco Cocco – vicepresidente della Regione e assessore al Bilancio della giunta Cappellacci. Per i dirigenti dell’Eurallumina non si trattava, dunque, solo di occultare l’inquinamento ambientale: strategie come la manovra ‘sotterranea’ e l’abboccamento si rivelano infatti utili anche per garantire un buon esito ai progetti messi in campo dalla società del ciclo dell’alluminio. La vicenda che riguarda La Spisa – non iscritto nel registro degli indagati – sarebbe proprio la storia di un abboccamento sul progetto di ampliamento del bacino dei fanghi rossi (oggi come ieri una vera bomba ambientale a cielo aperto) di cui si discuteva già ai tempi del sequestro del deposito del settembre 2009. A tirare in ballo il politico è il responsabile del Consorzio per il Nucleo di Industrializzazione del Sulcis Iglesiente (Cnisi) Aldo Gadoni in una telefonata con Nicola Candeloro, direttore dello stabilimento del ciclo dell’alluminio, intercettata dai Noe. “Gadoni riferisce a Candeloro che La Spisa si è convinto dell’ampliamento del Bacino, essendo stato spiegato da Gadoni come aggirare le norme comunitarie. E che ora dovranno incontrarsi”, questo il riassunto della telefonata risalente al 19 gennaio 2010 fatto dagli inquirenti.

Ad onor del vero, e della cronaca, bisogna precisare che il progetto di ampliamento non vide la luce durante gli anni in cui La Spisa sedeva in giunta. Ciononostante, la vicenda qui raccontata rappresenta un fatto di sicuro interesse pubblico, estrapolato oltretutto da documenti ufficiali dell’inchiesta condotta dal pm Marco Cocco sullo smaltimento illecito di rifiuti e il disastro ambientale che sarebbe stato causato dall’Eurallumina: da qui la decisione di pubblicare la notizia. Sempre a onor del vero, occorre aggiungere che è sotto la giunta Pigliaru che si registra un’accellerazione sul progetto di ampliamento del bacino dei fanghi rossi: la Regione ha infatti di recente ratificato un nuovo accordo di programma con l’Eurallumina che prevede l’ampliamento del deposito, oltre agli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell’area.

Il sistema spaziava dalla Regione alla Provincia di Carbonia Iglesias

Per avere un’idea più precisa della fitta rete di rapporti su cui si regge il sistema Eurallumina, si può citare un’altra intercettazione. L’argomento è lo stesso: l’ampliamento del bacino dei fanghi rossi. Il periodo immediatamente successivo al sequestro del bacino dei fanghi rossi coincide con una frenetica attività volta ad ottenere le autorizzazioni e, prima ancora, le benedizioni politiche necessarie al progetto di ampliamento. La prima arriva il 9 ottobre del 2009. Se ne ha conferma dalla telefonata tra Candeloro e Lino Lenzu, dipendente Eurallumina attivo nella vita politica locale. In questo caso, è Candeloro a chiamare Lenzu per avere notizie sull’esito della riunione che si è tenuta tra i sindaci, la provincia e i lavoratori dell’Eurallumina per la problematica del Bacino. Ecco il riassunto fatto dagli inquirenti: “Lenzu dice di aver parlato con Antonello Dessì (ex consigliere comunale di Carbonia subentrato poi subentrato nel novembre del 2009 a Candeloro nella carica di assessore provinciale alle Attività produttive), il quale gli avrebbe comunicato che, dopo la solita sceneggiata, hanno percorso un condiviso da tutti per la soluzione e Gaviano (presidente della Provincia, n.d.r) sa tutto, quindi se lui (Candeloro) lo vuole sentire, apprenderà tutto”.

Il sistema Eurallumina spaziava – e ancora oggi potrebbe spaziare – dalla Regione alla Provincia. Ma pare che proprio in provincia avesse il suo fulcro, tant’è vero che nel 2009 il direttore dello stabilimento del ciclo dell’alluminio oggi accusato di smaltimento illecito di rifiuti e disastro ambientale Nicola Candeloro ricopriva il ruolo di Assessore alle Politiche delle attività produttive e della Programmazione della provincia di Carbonia Iglesias, al tempo guidata da Pierfranco Gaviano.

Una posizione di sicuro potere e, soprattutto, in conflitto con quella di direttore degli impianti Eurallumina, come rilevato anche dal pm titolare dell’inchiesta. A tal proposito, sono gli stessi inquirenti a riportare un anedotto risalente all’inizio del maggio 2009. In quall’occasione, durante un’ispezione predisposta dal Servizio Ambiente diretto da Palmiro Putzulu presso l’ex stazione di Monteponi, finalizzata a riscontrare la grave situazione di contaminazione esistente nell’area di pertinenza dell’Eurallumina, si presenta anche Candeloro. Che dichiara di agire quale direttore della S.p.a, sebbene fosse in corso un accertamento da parte dell’Ente nel quale egli riveste cariche esecutive.

No controllori, no controllati

Quello formato da Candeloro – Putzulu è un binomio che compare spesso nei riassunti delle intercettazioni telefoniche redatte dai Noe. Nonostante siano entrambi dirigenti della Provincia, la relazione tra i due dovrebbe essere caratterizzata dallo schema “controllore – controllato”. Nel 2008, infatti, il Servizio dell’Ambiente della Provincia guidato da Putzulu acquisisce le competenze per rilasciare le autorizzazioni all’Eurallumina e verificarne la correttezza dell’operato. Ma dalle intercettazioni emerge uno schema di rapporto alquanto diverso da quello che dovrebbe esistere tra controllante e controllato. Tanto che nel corso di una conversazione telefonica tra i due registrata dai Noe, Putzulu avvisa Candeloro dell’imminente arrivo dei Noe. Più precisamente, dopo essere già stato avvisato del sopralluogo degli inquirenti presso il bacino dei fanghi rossi, Candeloro chiede a Putzulu conferma della “visita degli amici con la N…”. E Putzulu gliela dà, chiedendo a Candeloro di tenere “acqua in bocca”.

Se possibile, i rapporti tra Putzulu e Candeloro sono ancora più stretti. Infatti, prima di recarsi presso gli uffici del Noe di Cagliari per essere sentito sulla realizzazione e gestione del bacino dei fanghi rossi, Putzulu chiama il direttore dello stabilimento per chiedere “quali siano i rapporti tra la Sala Pompe dell’Enel e l’Eurallumina Spa ed il numero dei pozzi di bonifica del Bacino e dello sabilimento. Il punto è che in virtù della sua posizione di controllante, Putzulu dovrebbe avere chiara la situazione, mentre si rivolge a Candeloro per acquisire dati che a lui dovrebbero essere già noti”, annotanto i Noe.

Piero Loi

 

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