Tagli alle scuole di Cagliari, in Regione spunta il giallo della delibera criptata

Si apre il giallo della delibera, in Regione. È la numero 36/2, approvata ieri dalla giunta di Ugo Cappellacci: è online ma non leggibile. È criptata. Però va memorizzata, perché sui tagli a tre scuole di Cagliari si profila un duello a colpi di carte bollate tra l’Esecutivo, l’Ufficio scolastico regionale e il ministero della Pubblica istruzione. Di certo, elementari di piazza Giovanni, medie Manno e istituto tecnico Deledda per ora restano cancellati.

LA PREMESSA. La contesta – ancora tutta da risolvere – ruota intorno alle tre sentenze del Tar che ad agosto, accogliendo altrettanti ricorsi, ha corretto il Piano di dimensionamento 2013-2014. Ovvero, è stata cassata la parte che accorpava le classi di Piazza Giovanni alle elementari di via Castiglione, e in più tagliava Manno e Deledda. Sul piede di guerra era salito un gruppo di genitori, a cui i giudici amministrativi hanno dato ragione. Per un vizio di forma: il Piano dell’assessore Sergio Milia (Udc) ha incassato l’ok dalla Giunta senza ottenere prima il parere della commissione consiliare. Ma da ieri colpi di scena a raffica: Milia, titolare della Pubblica istruzione, ha deciso di «recepire» le sentenze del Tar. Così ha scritto in una nota, quand’era pomeriggio. Sembrava che lo facesse solo per correggere il vizio di forma. Ma in Regione si sussurra che l’assessore voglia tentare il colpaccio, azzerando direttamente sui tagli alla scuola.

L’EFFETTO. Insomma, è mistero. Intanto: perché la delibera 36/2 non si può leggere? E poi: cos’ha davvero scritto Milia? Di certo, quel documento non è stato ancora spedito all’Ufficio scolastico: e questo particolare vale da solo uno sgarbo istituzionale, dal momento che il potere di riorganizzare classi e istituti ce l’ha unicamente l’Ufficio guidato dal direttore Francesco Feliziani, su delega del Ministero. Ma non è tutto: la Regione non ha più il tempo cambiare il Piano di dimensionamento, visto che il termine ultimo per farlo è scaduto il 7 marzo. Infatti: la giunta Cappellacci aveva approvato il documento 2013-2014 il 5 marzo (delibera 12/9), anche se poi l’ha rivotato una seconda volta, il 27 giugno (delibera 24/39). Ma solo per aggiornarlo in quelle parti lasciate sospese, d’intesa con lo stesso Ufficio scolastico, diversamente non sarebbe stato possibile. Tant’è: i tagli su Cagliari sono rimasti invariati in entrambe le versioni. Più ancora: siccome i ricorsi al Tar sono stati presentanti contro la delibera 12/9, la 24/39 di fatto è valida.

CASUS BELLI. A questo punto è chiaro che Regione e Ufficio scolastico la pensino diversamente, almeno su come interpretare leggi e normative. Non a caso, dopo aver letto le tre sentenze del Tar, Feliziani ha mandato una relazione all’Avvocatura generale dello Stato, perché ricorresse in appello contro i tre dispositivi dei giudici amministrativi. Obiettivo: neutralizzarne ogni effetto in futuro. Ma adesso spunta il giallo della delibera criptata, con una conseguenza su tute: tra cinque giorni si torna tra i banchi e per gli studenti di piazza Giovanni, della Manno e del Deledda non c’è ancora alcuna certezza. Meglio: entro il 16 settembre, se anche Milia avesse ragione (ma stando alla normativa non ce l’ha), l’Ufficio di Feliziani non avrebbe il tempo per riaprire tre scuole. Resta il fatto che ieri hanno parlato tutti. Oggi, invece, nessuno dice una parola.

Alessandra Carta

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