Tagli alla scuola, ecco il verbale che prova lo scontro tra Milia e i consiglieri regionali

Alla fine è passato in sordina. Ma eccolo qua il parere della commissione Pubblica istruzione, la numero otto, quella che in Consiglio regionale ha bocciato il Piano di dimensionamento scolastico. E l’ha fatto all’unanimità, il 4 aprile 2013, con gli onorevoli di destra e sinistra uniti contro i tagli decisi dall’assessore Sergio Milia (Udc), ma soprattutto schierati al fianco di genitori e sindacati sul piede di guerra.

Oggi come allora, nell’Aula di via Roma è il pidiellino Carlo Sanjust a presiedere la commissione, con il vendoliano Carlo Sechi vice. E tutti i consiglieri si erano allineati sulla stessa posizione: «Chiediamo alla Giunta la parziale rettifica del Piano al fine di mantenere i medesimi assetti scolastici nel Comune e nella Provincia di Cagliari, ma anche nel territorio di Talana».

Ovviamente la richiesta è passata in cavalleria. L’Esecutivo di Cappellacci ha tenuto la barra dritta sui tagli sia nella prima approvazione del 5 marzo che nella seconda del 27 giugno. Ma c’è di più: quando ad agosto il Tar ha accolto i tre ricorsi presentati da un gruppo di genitori, l’ha fatto dopo aver accertato un vizio di forma. Perché il 5 marzo la Giunta diede l’ok al Piano di dimensionamento senza ottenere prima il parere della commissione consiliare. Tanto che il secondo voto di giugno era stato voluto da Milia proprio per blindare il documento programmatorio. Insomma, un’irregolarità non solo procedurale, ma anche istituzionale, come risulta dallo stesso verbale della commissione. «Non ci possiamo astenere – si legge – dal rilevare criticamente l’obiettiva lesione delle relative prerogative in punti di legittimità sull’iter seguito».

Entrando invece nel dettaglio, viene fuori che la commissione ha sempre sostenuto la ribellione dei genitori, «convocati ripetutamente in audizione», è scritto ancora nel verbale. I consiglieri regionali hanno contestato intanto i tagli su Cagliari, diventati poi triplice ricorso al Tar. Contro l’accorpamento delle elementari di Piazza Giovanni con quelle di via Castiglione, e la soppressione delle medie Manno e dell’istituto tecnico Deledda.

«In primo luogo – hanno messo nero su bianco gli onorevoli – la commissione non può esimersi dal condividere la violazione del principio generale dell’affidamento e della buona fede, rinvenibile nella sorpresa che ha colto i genitori degli alunni delle scuole coinvolte dal dimensionamento, a iscrizioni oramai concluse». Così, oltre Sanjust e Sechi anche Marco Espa (Pd), Salvatore Amadu (Pdl), Mario Bruno (Pd), Giuseppe Cuccu (Pd), Attilio Dedoni (Riformatori), Giuseppe Stocchino (Pdl) ed Edoardo Tocco (Pdl.

I consiglieri avevano chiesto inutilmente anche la correzione del Piano nella parte relativa ai Comuni di Urzulei e Talana, «con riferimento alla soppressione del comprensivo di Urzulei, aggregato alle scuole di Baunei e di Villagrande. Ne conseguirebbe (come poi è successo) la penalizzazione delle due comunità in oggetto, specie per le maggiori distanze chilometriche che gli studenti dovranno percorrere».

Milia, però, ha fatto orecchie da mercate su tutto. Non solo: pochi giorni fa l’assessore ha tentato una goffa mossa, dicendo di voler correggere il Piano, ma ben sapendo di essere fuori tempo massimo, visto che il documento andava approvato entro il 7 marzo 2013. Questo salvo diversi accordi con l’Ufficio scolastico regionale, ma relativa a parti non sostanziali del Piano stesso. Non a caso lunedì, quando gli studenti sono tornati tra i banchi, l’anno scolastico è partito con i tagli scritti nel piano della Giunta Cappellacci.

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