Statuto Regioni, ‘Sardegna in Comune’: “Lega fa il patto del Nord, noi di serie B”

“Nel totale silenzio mediatico in questi giorni il Governo a trazione leghista sta proseguendo nello smantellamento dell’assetto statale a favore delle regioni del Nord. Venerdì in Consiglio dei ministri è all’ordine del giorno la firma delle intese tra Stato e Regioni del Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna”. Lo scrivono in una nota i quattro coordinatori di ‘Sardegna in Comune’, la lista che alle Regionali del 24 febbraio si presenta alle urne con il polo civico-politico di centrosinistra. In calce al comunicato ci sono le firme di Marco Benucci, Thomas Castangia, Michele Piras e Maurizio Sirca.

“Questa intesa – spiegano – sancirà di fatto il principio secondo il quale i servizi pubblici a cui i cittadini hanno diritto, dipende dal gettito fiscale delle Regioni a cui appartengono. Di fatto vengono cancellate le autonomie speciali e superate da una discriminazione tra la parte ricca del Paese e la parte più in difficoltà. Avremo dunque una scuola di serie A ed una di serie B, e lo stesso varrà per i trasporti, la sanità e tutti gli altri servizi”.

Da ‘Sardegna in Comune’ scrivono ancora: “Mentre i ministri di questo Governo sfilano in Sardegna promettendo mance e soluzioni e cavalcano il dramma dei pastori, lavorano per smantellare i servizi e costruire un Paese in cui i sardi siano relegati in serie B. Quelli che dicono ‘Prima gli italiani’, gli italiani li stanno dividendo. Sventolano il tricolore ma lo fanno a pezzetti. Non parlano più di secessione del Nord, ma la fanno. Denunciano il gioco delle élite ma in realtà dividono il Paese tra chi ce la fa e chi no su base regionale”.

I quattro coordinatori di ‘Sardegna in Comune’ concludono così: “È inutile scandalizzarsi per le parole di un ministro che dileggia il Mezzogiorno, se non ci si accorge che è tutto il Governo a volere un Italia a due velocità dove noi siamo lasciati al palo. La candidatura di Solinas, imposta dalla Lega Nord, in rappresentanza del centrodestra sardo, non è altro che un’operazione scenica, in cui si prova a nascondere dietro la gloriosa bandiera dei Quattro mori la volontà di sacrificare la nostra Terra agli interessi dominanti del Nord”.

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