Spese della Regione: Sardegna batte Lombardia 10 a 1

Nel 2013 la Regione Sardegna ha generosamente versato nei conti correnti degli enti e delle agenzie partecipate 360 milioni di euro. Come se ogni abitante (neonati compresi) avesse firmato un assegno di 219 euro. Nel 2014, con l’ultimo bilancio firmato dalla giunta Cappellacci si è scesi a 317 (193 a cranio). E per una volta l’Isola primeggia tra i colossi, visto che la Lombardia (che però di abitanti ne ha 10 milioni) a enti e agenzie ha trasferito appena 43 milioni due anni fa per scendere a 35 nel 2014.

Nella cifra finale della Regione Sardegna sono compresi anche i trasferimenti alle undici società che sulla carta dovrebbero essere defunte da anni ma, al contrario, seppur in liquidazione, continuano imperterrite a fagocitare denaro pubblico a palate. Lo sa bene la Corte dei conti, che ogni anno bacchetta malamente la classe politica regionale.

I dati li ha forniti il governo nazionale, che ha organizzato le varie voci di spesa pubblicando tutto il materiale sul sito ufficiale soldipubblici.gov.it. Di certo, uno strumento in grado di offrire una prima fotografia su come le pubbliche amministrazioni utilizzino le risorse a loro disposizione.

Si scopre così, giusto per fare un altro esempio dei primati isolani, che per onorare gli stipendi dei 2.800 dipendenti a tempo indeterminato, nel 2014 la Regione ha messo sul piatto 128 milioni. E in questo caso la Lombardia è superata e stracciata, visto che al Pirellone la stessa voce di spesa vale 73 milioni l’anno. Solo che l’ente guidato da Bobo Maroni, di dipendenti ne ha 3.600. 

Si potrebbe andare avanti quasi all’infinito, il risultato è (quasi sempre) lo stesso. Per la realizzazione o l’acquisto dei software installati nei pc dei dipendenti regionali, la Sardegna ha speso 21,2 milioni di euro nel 2013 e nel bilancio 2014 ne ha impegnati 16. In Lombardia invece, ma con un organico parecchio più nutrito, hanno speso 8 milioni due anni fa e sono scesi a 6,8 nel 2014. Magie? No: open source. Ovvero una cosa semplice semplice: software liberi che hanno le medesime funzionalità dei programmi a pagamento, ma il cui utilizzo è gratuito. Per Bill Gates un duro colpo, per i contribuenti un po’ meno.

In compenso, dopo aver speso milioni e milioni in software, per la valorizzazione e la manutenzione dei beni culturali e archeologici invece, si trovano solo le briciole. E anche quelle sono in diminuzione: nel 2013 la Regione destinò al settore 38 milioni, un anno dopo si è scesi a poco meno di 35. Poi ci si chiede come mai decine di siti archeologici non siano fruibili – nel migliore dei casi – o più semplicemente siano affidati all’incuria.

Per fortuna se ne parla, perché a convegni, manifestazioni, fiere e concorsi la Regione non rinuncia. Nel 2013 son volati via 3,4 milioni, nel 2014 2,5. Due anni fa, per chiudere il cerchio, in Lombardia si son fermati a 2 milioni, lo scorso anno a 1,7. (1. Continua)

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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