Solinas sotto il ‘ricatto’ dei Riformatori. Udc attende mosse, rischi per la Lega

Christian Solinas ha un nemico più forte del Covid: è la sua stessa maggioranza. Che per un anno e mezzo ha sopportato con pazienza la strategia dell’uomo solo al comando messa in campo dal governatore, il cui potere nel centrodestra sembrava incontrastato. Ma adesso gli alleati di Solinas gli stanno restituendo con gli interessi le logiche di governo. La coalizione a tradizione Lega-Psd’Az si scopre ogni giorno più litigiosa. Adesso al centro della scena ci sono i Riformatori di Michele Cossa e Massimo Fantola.

Il grande caos ruota intorno alla casella in Giunta rimasta libera dopo la morte di Roberto Frongia che guidava i Lavori pubblici. I Riformatori credevano di dover fare un semplice psasaggio di consegne interno e avevano anche già designato il successore, nella persona dell’ex consigliere regionale Franco Meloni, ex general manager del Brotzu e attuale capo del Mater Olbia. Ma nulla faceva presagire che il partito si sarebbe spaccato.

Infatti: non appena all’interno dei liberal democratici è diventata certa l’indicazione di Meloni, due consiglieri regionali del partito, stanchi della gestione verticistica fatta di intoccabili, hanno detto addio. Ovvero Alfonso Marras e Giovanni Antonio Satta, approdati momentaneamente nel gruppo Misto. I Riformatori sono così rimasti in tre. Ma a quel punto troppo pochi per continuare a rivendicare un assessorato, secondo il manuale Cencelli usatissimo anche nel centrodestra.

Il braccio di ferro tra liberal democratici e Solinas sta andando avanti da un mese e più. I Riformatori, alla fine, si sono rassegnati all’addio di Marras e Satta, sacrificati sull’altare di Meloni da accontentare a ogni costo. Ma contro Solinas stanno provando a usare tutte le armi a disposizione. “Torneremo in Aula solo quando avremo nuovamente l’assessore”, è la posizione ufficiale del partito.

Sebbene quei tre voti non siano moltissimi, la strategia dei Riformatori non è in assoluto sbagliata: il partito è al momento debolissimo, avendo perso quasi la metà dei consiglieri. Due su cinque. Ma è proprio in casi come questi che in politica si dà fondo a tutta la spregiudicatezza possibile, sino ad arrivare alla ‘minaccia’, come stanno facendo i liberal democratici verso Solinas.

Del resto, gli alleati del governatore non hanno molte altre carte da giocare. Solinas, dal canto suo, non asseconda le richieste di Cossa e Fantola perché sottotraccia si sta muovendo pure Giorgio Oppi, il gran capo dell’Udc, il maestro del Cancelli, oltre che politicamente una spanna sopra i suoi colleghi di coalizione. Oppi a Solinas gliel’ha detto in privato. Con un ragionamento che suona più o meno così: se si dà un assessorato ai Riformatori che hanno tre consiglieri, l’Udc, che di onorevoli ne ha sette, deve avere due deleghe in Giunta.

Oppi, a differenza dei Riformatori, la voce grossa non l’ha fatta pubblicamente. Ma Solinas di lui ne ha quasi timore reverenziale. Anche perché se l’Udc-Cambiamo togliesse al presidente della Regione tutti i sette voti, per Solinas sì che sarebbe un guaio. Non solo: i liberal democratici sono a quota tre con l’innesto della ex leghista Sara Canu. E non si tratta di una bella notizia per il partito. Perché di fatto, nel conteggio stretto del Cencelli, i Riformatori sono due: Cossa e Aldo Salaris. La Canu era l’ottava consigliera del Carroccio, quella che ha fatto scattare per le camicie verdi la terza casella in Giunta. Il che vuol dire Sanità, Trasporti e Affari generali, andati rispettivamente a Mario Nieddu, Giorgio Todde e Valeria Satta.

Questo dettaglio da solo basta a spiegare la debolezza dei Riformatori. Infatti: oggi la Lega ha scesa a sette consiglieri ma ha mantenuto i tre assessori. L’Udc, invece, è primo partito della coalizione ex equo con Carroccio e Psd’Az, ma in Giunta ha una sola delega, la Pubblica istruzione, in mano ad Andrea Biancareddu. Vien da sé che se Solinas accontenta i Riformatori, Oppi gli organizza la rivoluzione. E al decano dell’Aula bastano le sue truppe per mettere in difficoltà il presidente della Regione. Oltre Oppi e Biancareddu formano il gruppo consiliare Gian Filippo Sechi, Domenico Gallus, Pietro Moro, Antonello Peru e Francesco Stara. A quel punto, se l’Udc puntasse i piedi, il rimescolamento delle carte in Giunta potrebbe riguardare anche il Carroccio.

Da qui si capisce quanto la partita nel centrodestra sia delicata. Di certo, se per un accordo interno i Riformatori dovessero riuscire a spuntarla, è chiaro che saranno costretti a rinunciare al Brotzu, storica roccaforte del partito. A quel punto dovrebbe dire addio al più grande ospedale dell’Isola l’attuale general manager liberal democratico, Paolo Cannas. Che però non resterebbe senza lavoro: Meloni gli potrebbe lasciare il posto in Gallura. Giusto per evitare che il potere logori chi non ce l’ha.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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