Solinas e Satta indagati, clausola tolta: modificato il secondo contratto del Dg

“Tutto ciò premesso, l’ingegner Belloi, nella non auspicata ipotesi in cui sia accertata la mancanza dei requisiti di legge concernenti l’incarico relativo alla conferite funzioni di direttore generale della Protezione civile, si impegna sin da ora, dietro semplice richiesta degli uffici, a rifondere a titolo risarcitorio alla Regione autonoma della Sardegna un importo pari alle somme indebitamente percepite in regione dell’incarico”. Così è scritto nel secondo contratto che Antonio Pasquale Belloi ha firmato il 30 gennaio del 2020. Belloi è il capo della Protezione civile, una nomina costata al presidente Christian Solinas – che lì l’ha fortissimamente voluto – l’accusa di abuso d’ufficio insieme all’assessora al Personale, la leghista Valeria Satta, e alla capo di gabinetto del governatore, Maria Grazia Vivarelli. La Satta in più deve rispondere di tentata concussione, mentre la Vivarelli di induzione indebita.

Belloi, quel 30 gennaio, aveva firmato il secondo contratto dopo aver prestato servizio per un mese senza formalizzazione del rapporto di lavoro, come risulta nella denuncia arrivata anche sul tavolo del premier Giuseppe Conte. Nella pubblica amministrazione, e per di più nel massimo ruolo di responsabilità quale quello del Dg, non si era mai visto un simile caso. Di certo, il ritardo nel ratificare la posizione di Belloi dopo il primo mini mandato cominciato a settembre 2019 e scaduto a dicembre, era legato anche ai requisiti dell’ingegnere, che come unica esperienza dirigenziale poteva vantare il coordinamento della polisportiva dei vigili del fuoco, a Nuoro (leggi qui).

È evidente che in Regione, se hanno inserito quella clausola nel secondo contratto di Belloi, c’erano dubbi sul possesso dei requisiti. Tanto che dirigente dell’assessorato al Personale, Federica Loi, la responsabile del Servizio gestione che aveva scritto e firmato il contratto in rappresentanza della Regione, parla addirittura di “somme indebitamente percepite”. Ripetiamo: è il 30 gennaio. È passato appena un mese e spiccioli dal voto in Consiglio regionale della leggina Salva-Dg, avvenuto la notte del 22 dicembre. Con quella norma vengono cambiare le regole di ingaggio dei Dg, inserendo anche “le attitudini”, non solo i titoli comprovati.

Fatto sta che nell’ultimo contratto di Belloi, quello firmato lo scorso 30 giugno con validità triennale, quella clausola sparisce. Anche perché la leggina Salva-Dg ha superato lo scoglio della verifica di legittimità, il Governo già a febbraio decide di non impugnare la norma. Intanto nell’assessorato al Personale, per nulla ambito (era andato dopo sei mesi anche il Dg), l’incarico era stato affidato a Silvia Cocco, firmataria dell’atto pubblico a nome della Regione, ma totalmente estranea all’indagine al pari della Loi.

Di sicuro il particolare della clausola nel contratto di Belloi non sarà sfuggito al pm Andrea Vacca, che ha in mano il fascicolo sull’indagine contro Solinas, Satta e Vivarelli. Finiti sotto accusa anche per la nomina di un’altra Dg, quella alla presidenza, Silvia Curto, che ugualmente, stando alla ricostruzione del magistrato inquirenti, non aveva l’esperienza quinquennale richiesta dalla legge per esercitare il ruolo di Dg nella pubblica amministrazione, come denunciato anche dal sindacato Sdirs che contro i due direttori nominati da Solinas aveva presentato un doppio ricorso (leggi qui). Sia Belloi che la Curto sono scelte del governatore: il primo, ingegnere e vigile del fuoco, è un sardista; la seconda è un’avvocata che lavorava nello studio del costituzionalista Costantino Murgia prima di approdare in Regione.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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