Soldi alle low cost, ecco perché la Commissione Ue li considera aiuti di Stato

In una nota diffusa da Bruxelles viene spiegato in che modo la Sardegna ha violato il “principio dell’investitore operante in un’economia di mercato”.

“La Commissione europea ritiene che, con le risorse pubbliche concesse, la Regione Sardegna abbia violato le norme Ue in materia di aiuti di Stato conferendo a compagnie aeree selezionate che lavorano negli aeroporti sardi un vantaggio sleale che ora deve essere rimborsato”. Comincia così il dispositivo firmato dagli uffici di Bruxelles e col quale si chiude un’indagine durata oltre tre anni (leggi qui). La procedura d’infrazione contro l’Italia per la legge 10 del Consiglio regionale era stata aperta dall’allora commissario commissario Joaquín Almunia a gennaio 2013 (qui il verbale completo). Tuttavia non si conosce ancora con precisione l’elenco dei vettori che hanno ricevuto i soldi e adesso devono restituirli. I dati, comprese le cifre esatte percepite, sono in possesso degli aeroporti, ma non si tratta di documenti pubblici. Si sa soltanto che lo stanziamento totale della legge 10 è stato di 80 milioni (leggi qui).

Dalla commissione spiegano che la violazione non si configura nei soldi dati dalla Regione alle società di gestione degli scali di Alghero, Cagliari e Olbia. Questo perché l’erogazione delle somme “è avvenuta a condizioni accettabili per un investitore privato che mai avrebbe accettato di finanziare” a fondo perduto “l’incremento del traffico aereo e le connesse attività di marketing”, come nell’obiettivo della legge 10. Peraltro: “Le società di gestione – scrivono ancora da Bruxelles – si sono limitate a fare da intermediari” non avendo incassato nessuna delle somme stanziate.

A violare la normativa Ue sulla libera concorrenza sono state semmai le compagnie che “hanno ricevuto una compensazione economica per l’apertura di nuove rotte o l’ampliamento di quelle esistenti verso la Sardegna. Questo ha rappresentato per loro un incentivo finanziario per aumentare il traffico”. E anche le risorse ottenute per il marketing si configurano come aiuto di Stato in quanto “tali operazioni rientrano nella loro normale attività”. Di qui il mancato rispetto del “principio dell’investitore operante in un’economia di mercato

La Commissione europea spiega poi per cosa possono essere concessi soldi pubblici senza che questi contrastino con la normativa Ue. “Devono rispondere a un interesse generale come lo sviluppo regionale o l’accessibilità“. Non solo: i contributi della legge 10 di fatto hanno reso redditizie le rotte sovvenzionate e “non si limitavano” a coprire “costi supplementari derivanti dall’apertura di nuovi collegamenti”. Ancora: “La Regione Sardegna ha omesso di indire procedure di gara per selezionare le compagnie aeree chiamate a svolgere le attività finanziate”.

Per Bruxelles, dunque, in Sardegna ci sono state “compagnie aeree beneficiarie di un indebito vantaggio economico” e lo devono rimborsare. “La procedura di recupero deve essere stabilita dalle autorità italiane”. Nella fattispecie dalla Regione.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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