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Sel, piano da 600 milioni per i Comuni: “Così si rilancia l’occupazione”

Sel annuncia una battaglia in Parlamento e in Consiglio regionale per recuperare la parte delle entrate mancate e circa 600 milioni di euro l’anno, da spendere fuori del Patto di stabilità per un Piano straordinario per il lavoro. Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il consigliere regionale Luciano Uras, il coordinatore provinciale Francesco Agus, e la docente Lilli Pruna, hanno illustrato la proposta in una conferenza stampa.

Secondo i rappresentanti del partito le risorse serviranno, per cinque anni, per mettere in campo investimenti a favore dei Comuni su sviluppo e occupazione. Questo attraverso un piano di manutenzione ambientale, di rilancio dell’edilizia con opere pubbliche, di recupero del patrimonio edilizio pubblico e di riqualificazione dell’edilizia privata a partire da quella residenziale esistente. “Chi ha pagato la crisi negli ultimi tre anni sono stati i pensionati e i lavoratori, mentre Tremonti e Monti hanno operato un taglio feroce ai comuni – ha spiegato Agus – oggi i sindaci sono stati trasformati in potestà con delega ai tagli: è arrivato il momento di invertire questa rotta”. Uras ricorda che “la proposta raccoglie l’allarme lanciato dall’Anci nazionale e regionale per aumentare la capacità di spesa dei comuni in un momento nel quale in Sardegna registriamo un taglio di 530 milioni di euro rispetto al 2011, gli enti locali sono oggetto di contrazione spesa per il Patto di stabilità e nell’ultima conferenza Stato-Regioni le autonomie locali sarde hanno perso altri 32 milioni di euro”.

“Negli ultimi quattro anni i comuni hanno partecipato alla salvezza del Paese per 15 miliardi di euro – ha detto Zedda – tagli diretti, senza alcun tipo di criterio che abbia consentito di penalizzare gli enti spreconi e salvare quelli virtuosi. Il comune di Cagliari da 46 mln nel 2008 è passato a due mln nel 2013. In 10 anni da 4.000 mila a 1.300 dipendenti e oggi ai cittadini viene chiesto di pagare la Tares che, invece, deve esser spostata almeno all’anno prossimo”. Per Pruna “i tagli pesanti riguardano la capacità degli enti locali di rispondere ai bisogni della popolazione, soprattutto delle persone più deboli”.

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