Scatta l’obbligo del certificato penale: code di candidati nei tribunali dell’Isola

Scatta con le elezioni in Sardegna l’obbligo per i candidati (dalle amministrative nei Comuni sopra i 15mila abitanti fino alle politiche) di pubblicare sul proprio sito internet in campagna elettorale, non solo il curriculum vitae ma anche il certificato penale. È l’effetto della cosiddetta norma ‘Spazzacorrotti’, approvata dal Parlamento il 13 dicembre e in vigore dallo scorso 31 gennaio.

Così in Sardegna parte l’assalto agli uffici dei tribunali, perché l’obbligo, come dice la legge, scatta dal 14esimo giorno precedente alle consultazioni, dunque domenica 10 febbraio. La novità è stata già comunicata dalla Regione Sardegna che nel sito dedicato alle prossime elezioni ha già pubblicato l’avviso della direzione generale della Presidenza.

“In relazione alle elezioni regionali, si segnala a tutti i soggetti interessati che la norma sancisce l’obbligo per i partiti e i movimenti politici di pubblicare nel proprio sito, entro il 14esimo giorno antecedente la data delle competizioni elettorali, il curriculum vitae dei loro candidati e il relativo certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale non oltre novanta giorni prima della data fissata per la consultazione elettorale”, si legge. Ciò significa che i certificati non devono essere stati richiesti prima del mese di novembre scorso. Poi la sanzione amministrativa pecuniaria per chi non rispetta l’obbligo: da 12mila a 120mila euro.

Oltre che sul proprio sito personale i certificati dovranno essere pubblicati in un’apposita sezione, chiamata ‘Elezioni trasparenti’ del sito internet dell’ente cui si riferisce la consultazione elettorale, in questo caso il sito della Regione Sardegna. Alcuni candidati che si sono mossi per tempo hanno già provveduto non solo a richiedere ma anche a pubblicare i certificati sui propri profili social (cosa peraltro non prevista dalla legge), dove campeggia il “nulla” scritto in stampatello.

Il certificato penale, la cosiddetta ‘fedina penale’, contiene tutte le registrazioni che sono state iscritte nel casellario giudiziale. In sostanza tutte le condanne penali passate di chi lo richiede. Sono però esclusi da questo documento tutti i procedimenti ancora in corso, i cosiddetti ‘carichi pendenti’, che trovano invece spazio in un altro documento, emesso dalla Procura della Repubblica, chiamato semplicemente ‘certificato dei carichi pendenti’.

E sulla campagna elettorale è intervenuto anche il Corecom Sardegna richiamando la legge 9 del 2000: “Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.

A sollecitare l’intervento del Corecom alcune segnalazioni del centrodestra a proposito delle attività della giunta uscente. Così da qualche giorno, dalle comunicazioni ufficiali dell’esecutivo sono sparite le dichiarazioni degli assessori.

Marzia Piga

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