L’amministratore delegato Scarpati: “Sono un dipendente, chiedo sempre l’autorizzazione”

L’eredità che la Flotta sarda ha generosamente lasciato alla Saremar – la compagnia di navigazione di proprietà della Regione che cura i collegamenti tra l’Isola e Carloforte e La Maddalena – è un mare di debiti. La vicenda è delicata e l’amministratore delegato Salvatore Scarpati è molto cauto. Ma in sostanza conferma che per pagare una parte dei creditori, Saremar è stata costretta ad attingere dai fondi destinati al trasporto marittimo locale. Per un massimo di 550mila euro.

“Beh, innanzitutto i sospesi sono tutti da verificare – esordisce l’amministratore delegato  – ci sono dei contenziosi. Ora bisogna controllare l’entità dei debiti e rispettare gli impegni, tutto può essere. Comunque il servizio dei trasporti interni è indenne da questa attività”.

Non proprio. Visto che la Flotta sarda non può far fronte autonomamente al pagamento dei fornitori ma deve pescare dal conto corrente dei trasporti interni, lei capisce che vengono sottratti denari da un servizio che nulla ha a che vedere con Scintu e Dimonios…

“E mica togliamo il servizio. L’ente pagatore è sempre la Regione ed è costantemente aggiornata sulla situazione. Non facciamo le cose senza autorizzazione o seguendo procedure fuori norma. Io faccio le cose che mi vengono dettate”.

Le dico la cifra: mi risulta che il consiglio di amministrazione Saremar abbia deliberato l’utilizzo di fondi fino a 550mila euro per onorare debiti della Flotta sarda e questi soldi sono stati prelevati dalle risorse del contratto servizio per i collegamenti con le isole minori.

“Guardi, noi abbiamo chiesto autorizzazione alla Regione. E, da una parte o all’altra, è in capo alla Regione erogare o meno quanto necessario perché la società si mantenga e non venga aggredita da creditori. Se ci fossero creditori. Siamo tranquilli”.

Ma se arrivano cause legali, ci sono anche risvolti penali…

“Per cosa?”

Per il fatto che ci sono forniture da pagare, perfino dal 2012.

“Diciamo: nel caso ci fossero. Ci auguriamo non arrivino. Non ci sono sofferenze al momento. L’anno scorso è stato uno dei momenti più cruciali. I creditori si erano fatti più aggressivi, poi sono arrivati i soldi e si sono tranquillizzati”.

Diceva: la Regione poi dovrà autorizzare l’uso dei fondi. Quindi non basta il deliberato del consiglio di amministrazione che le assegna il mandato per utilizzare i soldi del contratto di servizio? Ci vuole un ulteriore passaggio?

“Dipende dalle situazioni. Guardi, io agisco per cautelare la società, a prescindere dal fatto che arrivi o meno il consenso della Regione. Poi c’è il silenzio/assenso”.

Lei, in coerenza, lavora per tutelare la società di cui è amministratore, no?

“Cerco di muovermi all’interno di leggi e normative. A nessuno fa piacere andare contro la legge. Sono qua per lavorare. Si può sbagliare, ma non con dolo. Io sono un comune lavoratore, a parte il grado”.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share