felice floris

Saremar-Regione, dalla farsa allo scandalo

Sulle prime lo scontro tra Saremar e assessorato regionale all’Agricoltura sembrava una farsa. Ma spulciando con attenzione il carteggio tra l’amministratore delegato della compagnia di navigazione e il direttore generale dell”assessorato emergono via via particolari scandalosi. Come definire altrimenti l’idea di impiegare i finanziamenti destinati alla promozione dell’agro-alimentare sardo per garantire forti sconti sul trasporto a un produttore di pecorino romano?

La vicenda è ormai nota. Il 19 novembre l’Ad di Saremar, Salvatore Scarpati, scrive all’assessorato e reclama 300mila euro. Gli erano stati promessi – sostiene – per compensare l’applicazione di tariffe scontate appannaggio di un “trasportatore” romano, Giuseppe Brunelli. Tutto questo nel gennaio scorso. Ma a distanza di undici mesi, nelle casse di Saremar non è arrivato neppure un centesimo. Dalla direzione generale dell’assessorato però rispondono picche e, anzi, la responsabile Roberta Sanna minaccia pure querele. Quel che salta agli occhi leggendo riga per riga la lettera di Scarpati a Sanna è l”ultimo capoverso della missiva. Quando il comandante Saremar parla di “corresponsione di contributi, anche attraverso Laore”, richiama il pezzo di carta che giustificherebbe l’operazione così come gli è stata prospettata durante gli incontri del gennaio scorso.

Secondo la tesi di Scarpati infatti, i fondi andrebbero presi a valere sulla delibera 47/12 del 30 gennaio 2010. Di che si tratta? Del documento con cui la giunta Cappellacci, su proposta dell”allora assessorato all”Agricoltura Andrea Prato, dava il via libera alla spesa di 1,5 milioni di euro da destinare alla “promozione” dell”agro-alimentare sardo. Così, secondo quanto asserito da Scarpati sulla scorta delle riunioni tenute con Brunelli e con “il signor Cubeddu, del Gabinetto dell”assessore Cherchi”, proprio i denari stanziati per promuovere i prodotti sardi dovevano essere impiegati per permettere a un trasportatore-produttore laziale di abbattere i costi di trasporto e portare il latte sardo a Roma per produrci pecorino romano. Un paradosso. E forse pure qualcosa in più.

“Non vorrei fosse una caccia alle streghe – dice uno dei leader del Movimento pastori sardi Felice Floris – però se tutto fosse confermato, se la ‘squadra’ dell”assessore Cherchi avesse operato in questa maniera scellerata, dovrebbero andare tutti a casa. Perché vorrebbe dire che intendevano distogliere dei soldi da altre iniziative. In secondo luogo non si capisce come mai abbiano voluto privilegiare una persona rispetto alla collettività, e questa è un’ingiustizia che non può essere tollerata. In ogni caso – aggiunge Floris – ci vuole chiarezza e chi di dovere si assuma le proprie responsabilità”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share