Sanità, riforma ancora al palo: nei territori dilaga la protesta

È ancora presto per capire se l’annuncio del presidente della Regione, Christian Solinas, sull’entrata a regime della riforma sanitaria, al massimo entro il primo gennaio dell’anno prossimo, per placare la protesta nei territori. Il centro Sardegna è una pentola in ebollizione, prima nel Nuorese poi a Oristano, comitati, sindaci e cittadini sono scesi in piazza per chiedere una maggiore presenza di servizi.

A Nuoro in due manifestazioni distinte la protesta ha riguardato la chiusura di alcuni reparti dell’ospedale San Francesco, a causa della mancanza di medici. I sindacati dei dirigenti medici, inoltre, hanno annunciato lo stato di agitazione con una giornata di sciopero se “le richieste per la situazione disastrosa e le carenze di organico dell’ospedale San Francesco di Nuoro non saranno evase”.

A Oristano pressappoco lo stesso copione, anche se le preoccupazioni riguardano l’ospedale San Martino, definito “una scatola vuota“, priva di servizi. Proteste alle quali il governatore ha risposto sottolineando che si tratta di criticità ereditate.

La riforma mette in archivio l’azienda unica Ats, nata durante la scorsa legislatura con la Giunta Pigliaru, per riportare in vita le Asl con l’obiettivo ufficiale di “restituire ai territori la presenza della prestazione sanitaria”, ha spiegato Solinas. Obiettivo che rimane, però, ancora in attesa di verifica e intanto i cittadini temono un continuo svuotamento dei servizi e una diminuzione delle prestazioni.

Per onestà intellettuale è doveroso ricordare che la pandemia ha messo a dura prova il sistema sanitario e, soprattutto durante la prima ondata, ne ha evidenziato tutti i limiti. La rinascita delle Asl è il primo passaggio della riforma che prevede altri due punti: la riforma della medicina territoriale e quella della rete ospedaliera.

M. S.

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