“La Sanità territoriale della Sardegna rischia il collasso: a oggi non è possibile prenotare visite specialistiche o esami tramite il Cup. O meglio, è possibile prenotare soltanto presso le strutture private accreditate“. A denunciare la situazione è il Pd Sardegna che, anche alla luce della protesta dei sindacati di categoria scesi ieri in piazza a Cagliari per sollecitare riaperture in sicurezza e nuove assunzioni, punta il dito contro l’assessorato regionale alla sanità e l’Ats.
“Durante i mesi delle restrizioni per il Covid, sono state eseguite solo le visite urgenti (5 per cento del totale) e dal mese di maggio anche le visite brevi (altro 5 per cento del totale), mentre le visite differite e le visite programmate che sono al 45 per cento del totale, sono state rinviate a data da destinarsi e a tutt’oggi non si sa quando verranno eseguite – attaccano i Dem -. Un problema che si unisce alle già interminabili liste di attesa, che sconfortano chi ha bisogno di effettuare visite o esami in tempi utili e tempestivi a garantirne l’efficienza . Il Covid ha evidenziato le carenze di un sistema sanitario già claudicante, ora, nella fase della lenta ripresa, il diritto alla salute dovrebbe essere già tornato al centro dell’agenda quotidiana, ma così non è”.
Secondo il Pd si tratta di un “risultato catastrofico“, perché “queste carenze compromettono ancora di più il sistema sanitario, negano il diritto alla salute, creano un aggravio di spesa alle casse della sanità pubblica”. Per questo i democratici ritengono “urgente riaprire le prenotazioni e tornare a prendersi cura delle persone: se non individuate per tempo, alcune patologie possono diventare incurabili”. Da qui l’invito alla Giunta “a dare seguito a quanto previsto dalla rete ospedaliera varata negli anni scorsi”.