La norma regionale che aumentava la spesa per le prestazioni sanitarie era legittima. Lo ha riconosciuto oggi la Corte Costituzionale con la sentenza 141 che ha rigettato l’impugnativa presentata dal Governo. Nel settembre dell’anno scorso, con l’approvazione del collegato, era stato autorizzato dal Consiglio regionale sardo l’incremento della spesa sanitaria, per garantire i livelli essenziali di assistenza e per ridurre i tempi di attesa.
Oggi la Corte ha ribadito il principio secondo il quale i vincoli stabiliti dalle leggi nazionali possano essere applicati anche alle Regioni speciali. In questo caso specifico, però, la Sardegna ha operato legittimamente perché la Regione provvede integralmente al finanziamento del proprio servizio sanitario.
Il fatto che la sanità sia totalmente a carico del bilancio sardo, inoltre, non consentirebbe di sottoporre la Regione ad un piano di rientro dal disavanzo finanziario. Per questo motivo lo Stato, secondo la Corte non può intervenire con norme di coordinamento finanziario che incidano sulla competenza regionale o che compromettano i livelli essenziali delle prestazioni. Da qui la dichiarazione di non fondatezza dei rilievi presentati dal Governo avverso la legge regionale n.9 del 2023.
Massimo Angelo Sechi