Primarie, Sabatini (Pd) bacchetta la sinistra e Balia (Psi) chiede un vertice

Fuoco amico, continuo. Ma Franco Sabatini, consigliere regionale del Pd, dice basta e lancia un appello ai partiti dell’intera coalizione. “Le primarie sono del centrosinistra e non del Pd”.

Sabatini parte morbido, poi il suo tono si fa incalzante: “Si attaccano le primarie, ma ci si dimentica che esse sono uno strumento di democrazia, frutto di incontri ai quali hanno partecipato tutte le forze del centrosinistra. Sono state fissate delle regole e delle scadenze che ogni giorno vengono messe in discussione”.

Insomma, l’onorevole trova controproducente la guerra interna al centrosinistra sul voto del 29 settembre. La storia è nota: Sel, Upc, Idv, Verdi e Centro democratico avrebbero voluto che la presentazione delle candidature slittasse per tutti al 2 settembre. Ma così non è stato: come stabilito nel regolamento, si è rispettata la data dell’8 agosto.

L’oggetto del dibattito – prosegue Sabatini – non dovrebbero essere le primarie, ma i problemi della Sardegna e il fallimento della legislatura Cappellacci, che non può essere certo mascherato con missioni istituzionali a Dubai e Abu Dhabi e tanto meno con nuove promesse di riduzione delle tariffe marittime passeggeri”.

Il consigliere regionale non ha dubbi: “Le primarie non esauriscono il tema delle alleanze che dovranno basarsi sul confronto programmatico. Il Partito democratico e tutte le forze che si ritroveranno insieme per formare la coalizione di centrosinistra dovranno predisporre un programma davvero all’avanguardia per imprimere una svolta e rilanciare l’economia isolana”.

Sabatini chiude così: “Alimentando polemiche inutili, si creano tensioni e si perde di vista il vero obiettivo, quello di offrire alla Sardegna una nuova speranza dopo le tante cappellate di Cappellacci”.

Sabatini, tuttavia, non è l’unico a prendere posizioni sugli attriti a sinistra. Anche i socialisti del Psi incalzano, con il segretario Peppino Balia che chiede “un nuovo e urgente tavolo, allargato ai sovranisti“.

L’appello di Balia è rivolto soprattutto al Pd, perché si faccia carico di organizzare il tavolo. Il socialisti ha ben chiari quali sovranisti invitare. Ovvero, Paolo Maninchedda e Franziscu Sedda, ideologi del Partito dei Sardi.

La richiesta di Balia ha un obiettivo preciso: permettere la presentazione di altre candidature il 2 settembre, come già concesso alle forze “ribelli” del centrosinistra, cioè Sel, Idv, Upc, Verdi e Centro democratico. Peraltro, dal Psi sollecitano una riduzione del numero di firme necessario a correre alle primarie, fissato a quota cinquemila. I socialisti, tuttavia, hanno già il loro “uomo” in corsa, l’economista Simone Atzeni.

“Nell’ultimo incontro del centrosinistra – spiega il segretario – considerate le diverse opinioni espresse rispetto alla data di scadenza per la presentazione dei candidati alle primarie, il Partito Socialista ha avanzato l’ipotesi che i termini decorressero dall’8 agosto sino al 2 settembre e con una valutazione meno rigida e meno impegnativa per la raccolta delle
firme”.

Balia, quindi, ripassa quanto era successo in casa democratica: “Il Pd, per decidere, doveva convocare prima i propri organismi e poi una successiva riunione della coalizione. In considerazione del fatto che la scadenza del 2 settembre è vicina, va rapidamente assunta una decisione collegiale favorevole, se non si vuole svuotare il significato ed il valore politico delle primarie. Così come è necessario coinvolgere, invitandoli al tavolo, i rappresentanti dei sovranisti”.

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