Giovanni Maria Angioy, il politico e rivoluzionario che si ribellò ai Savoia diventando protagonista dei vespri sardi, non poteva che essere il più citato in Consiglio regionale, dove alle 11,30 sono cominciate le celebrazioni per ‘Sa Die’. Ovvero il ricordo della cacciata dei piemontesi, avvenuta il 28 aprile del 1794.
Di Angioy è stato più volte ricordato uno stralcio del ‘Memoriale’, datato 1799. Lo si trova su Wikipedia, all’inizio della pagina dedicata al patriota sardo, così come lo considerano gli autonomisti e gli indipendentisti. “Malgrado la cattiva amministrazione, l’insufficienza della popolazione e tutti gli intralci che ostacolano l’agricoltura, il commercio e l’industria – aveva scritto Angioy -, la Sardegna abbonda di tutto ciò che è necessario per il nutrimento e la sussistenza dei suoi abitanti. Se la Sardegna in uno stato di languore, senza governo, senza industria, dopo diversi secoli di disastri, possiede così grandi risorse, bisogna concludere che ben amministrata sarebbe uno degli stati più ricchi d’Europa, e che gli antichi non hanno avuto torto a rappresentarcela come un paese celebre per la sua grandezza, per la sua popolazione e per l’abbondanza della sua produzione”. Nei primi interventi in aula, questo passaggio lo hanno ripetuto il presidente del Consiglio, Michele Pais, i capigruppo di M5s e Lega, Desirè Manca e Dario Giagoni, e l’onorevole di Fdi, Francesco Mura.