Ritorno alle Province, scoppia il caos. L’assessore: ‘Tutto ancora da decidere’

Il via libera dell’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna, alla Provincia della Gallura ha messo in moto la macchina dell’assalto alla diligenza. Stando agli umori attuali, lo schema dell’esponente della Giunta, le quattro Province storiche più la Gallura, per rivedere la geografia amministrativa della Sardegna è destinato ad arenarsi. La tensione rischia di rompere gli argini dell’appartenenza politica, dando vita ai fronti trasversali che nascono all’ombra dei campanili dei territori. Dal Sulcis e dall’Ogliastra si preparano alle barricate, per garantire anche a questi territori l’autonomia amministrativa.

Lo stesso assessore Sanna, assieme al collega dei Trasporti, Giorgio Todde, prova a spegnere le polemiche lasciando aperto uno spiraglio a diverse ipotesi. Sull’Ogliastra, i due esponenti della Giunta dicono: “È un’area omogenea, su cui stiamo ragionando, che deve diventare una Provincia più vasta, allargata ad altre realtà finora rimaste fuori per ragioni antistoriche e quindi dotata di maggiore peso demografico”. Dunque, nessun pregiudizio contro la Provincia Ogliastra, perché per Sanna “il ragionamento è aperto, siamo in fase di elaborazione della riforma degli enti locali e sono sicuro che troveremo la soluzione giusta”. Ma i cori del malessere arrivano anche dal Sulcis, tanto che il titolare degli Enti locali precisa: “Penso che la Provincia del Sud Sardegna vada rivisitata. Ci sono realtà che con Carbonia non hanno nulla a che vedere e che vanno ricondotte all’area metropolitana di Cagliari, raggruppando intorno a Carbonia realtà economicamente e storicamente più vicine, come una parte del Campidano”.

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Servirà tutta la diplomazia politica del presidente della Regione, Christian Solinas, per affrontare il percorso della riforma degli enti locali, così come lo stesso governatore aveva annunciato in campagna elettorale. Di sicuro c’è che le Province dovranno riacquistare la possibilità di avere un presidente e i consiglieri eletti dai cittadini e un ruolo di prim’ordine nello scacchiere amministrativo che significa riportare nel cassetto le Unioni di Comuni, nate con la riforma della Giunta Pigliaru.  Ma tra l’idea e il traguardo ci sono gli spigoli (e sono tanti) da smussare, col rischio di finire intrappolati in lotte trasversali che si legano, così come è accaduto anche nella precedente legislatura, a qualsiasi tipo di riforma che coinvolga in qualche modo i territori, come ad esempio quella sanitaria.

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Il consigliere regionale del Pd, Salvatore Corrias, unico rappresentante ogliastrino, è convinto della necessità di istituire un ente sovracomunale: “È giustificato dall’esigenza di potenziare un’area debole, in forte crisi economica che necessiterebbe di maggiori attenzioni rispetto a quelle che l’ente Regione, accentrato nelle sue funzioni, potrebbe garantire”. Si levano dai banchi del centrodestra le richieste per garantire anche al Sulcis la possibilità di avere una propria autonomia con la Provincia. Il consigliere regionale del Psd’Az, Fabio Usai, dice: “Per me è una battaglia sacra che conduco da tempo. Il Sulcis ha bisogno della Provincia e io non indietreggio su questo aspetto. Il sud-ovest della Sardegna non può essere considerato inferiore rispetto alla Gallura”. Insieme a lui anche il collega della Lega, Michele Ennas, convinto dell’importanza di avere una Provincia del Sulcis e che la battaglia fatta dai territori “non è quella di due consiglieri o un consigliere nel caso dell’Ogliastra, ma è sui contenuti e sulla prospettive e i benefici per tutta la Sardegna che occorre ragionare”.

Il consigliere regionale del Pd, il gallurese Giuseppe Meloni, ha presentato, assieme al collega sardista Giovanni Satta, ha presentato una proposta di legge per istituire la Provincia della Gallura: “Non è un insulto agli altri territori. Se i tempi sono maturi si porti in aula e si presentino gli emendamenti”. Sempre dalla Gallura, il pentastellato, Roberto Li Gioi, assume una posizione differente: “Noi del Movimento 5 stelle siamo contrari alle Province, ma non all’autonomia dei territori. La cosa migliore sarebbe potenziare e rendere operative anche economicamente le Unioni di Comuni”.

Sempre tra i dem, il consigliere regionale, Roberto Deriu, parla dei lavori in commissione Autonomia sottolineando che “sono iniziati bene, poi tutti hanno cominciato a fare i demagoghi”. In questa situazione l’esponente del Pd suggerisce di “non ascoltare gli istinti di tutti, ma fare delle scelte come dovrebbe fare un buon politico”. Dunque, “se la Giunta non ha una posizione precisa, perché ognuno tira l’acqua al suo mulino, allora è giusto lasciare che il Consiglio interpreti lo spirito del popolo e trovi un equilibrio”.

Matteo Sau

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