LE GOVERNATRICI

L’Italia non è un paese per donne, scrivevano le promotrici del movimento “Se non ora, quando?”, la Sardegna invece potrebbe diventarlo a breve. Quantomeno nella sua proiezione politica più importante, le elezioni regionali per la presidenza della Regione. Sì, perché si potrebbe realizzare da qui a qualche mese una serie d’incastri politici, che renderebbero la sfida della primavera del 2014 tutta al femminile, o quasi. Con una candidatura data quasi per certa (Michela Murgia), una probabile (Francesca Barracciu) e una possibile, (Claudia Lombardo), magari in conseguenza delle prime due. Scenario ancora difficile da immaginare, ma tutt’altro che inverosimile, soprattutto nell’incertezza in cui si stanno muovendo i partiti politici in Sardegna negli ultimi mesi. E soprattutto lo scenario diventa possibile, se partiamo da alcuni elementi certi.

Il primo è sicuramente Michela Murgia, la cui candidatura, benché emersa pubblicamente solo di recente,  è argomento di discussione da mesi. E la sua corsa alla poltrona di presidente può sorprendere davvero solo i meno attenti alla politica regionale. Definire la Murgia semplicemente una scrittrice è non solamente riduttivo, ma del tutto sbagliato. L’autrice di “Accabadora” è da anni un’intellettuale impegnata politicamente nel movimento indipendentista, è stata tra i fondatori di ProgReS, ed è diventata un simbolo della battaglia contro il “femminicidio” in Italia. Ha promosso e contribuito a realizzare, attraverso Liberos, una rete di autori, editori, librai e bibliotecari che rappresenta un autentico progetto culturale per la Sardegna.

Più recentemente ha sposato la causa della lotta popolare al progetto Eleonora, che vorrebbe consentire alla Saras di trivellare il territorio dell’oristanese. Una battaglia di popolo, oltre e in alcuni casi contro i partiti politici, che ne ha ulteriormente aumentato la popolarità. Non solo tra gli oppositori del progetto della Saras, ma in tutta la fitta rete di “comitati” che in Sardegna conducono battaglie a tutela del territorio.

È interessante anche notare come, a distanza di dieci anni, questa battaglia ambientalista ricordi da vicino quella del 2003 contro l’ipotesi di stoccare scorie nucleari in Sardegna e che rappresentò il primo palcoscenico politico dell’allora imprenditore Renato Soru. Due personaggi certo lontanissimi, Renato Soru e Michela Murgia, ma che in realtà utilizzano alcune parole d’ordine comuni e che fanno molta presa in un certo elettorato.

Il limite della candidatura della scrittrice, semmai, sembra quello dello schieramento che potrebbe sostenerla. La sua scelta indipendentista le impedisce di cercare altre alleanze con i partiti “nazionali”, ammesso che le interessino, ma la galassia dei partiti indipendentisti finora ha dato risultati deludenti alle urne e in più è lacerata al suo interno.
Basteranno il carisma e la popolarità di Michela Murgia? Difficile dirlo.

La candidatura probabile, dicevamo, è quella di Francesca Barracciu. L’eurodeputata del Partito democratico non è ufficialmente in corsa, ma in molti da mesi la vedono come candidata più che probabile del centrosinistra. Anche il piccolo sondaggio/gioco di Sardiniapost sul futuro governatore sono fu vinto proprio dalla Barracciu, che superò sul finale Renato Soru.

Lo scenario che potrebbe portare l’ex sindaco di Sorgono a conquistare la candidatura a leader prevede che si avverino almeno un paio di situazioni. La prima riguarda l’eterna incertezza sulla candidatura di Renato Soru, che fuori dal Pd potrebbe essere il nome più gradito, ma che rischia di fare la fine di Matteo Renzi, sconfitto dentro il proprio partito. La scelta del presidente di Tiscali di correre o meno alle primarie può determinare alcune conseguenze.

In caso di candidatura di Soru, è probabile che la parte del partito che non lo ama, si arrocchi dietro un nome unico per contrastarlo. E in quel caso il più probabile sarebbe il segretario Silvio Lai. Se, cosa non impossibile, alla fine Soru decidesse di non correre e magari appoggiare qualcun altro, allora il Pd si sentirebbe più libero di proporre candidature multiple e a quel punto la Barracciu sarebbe sicuramente in corsa. Anche se i soliti bene informati sostengono che la Barracciu starebbe già lavorando per essere candidata a prescindere dalla scelta di  Soru.

L’ipotesi Barracciu raccoglierebbe sicuramente molti consensi dentro al partito e potrebbe anche allargare il bacino elettorale del centrosinistra, puntando su alcuni temi come la rappresentanza di genere, la difesa dell’ambiente, e una dura contrapposizione al centrodestra che hanno caratterizzato tutta l’esperienza politica dell’europarlamentare Pd.

Le possibili criticità della sua candidatura sono legate al fatto di poter essere comunque percepita come parte dell’apparto Pd e soprattutto il rischio di essere un nome che non supera le tante divisioni che hanno caratterizzato il partito, ma ne sancirebbe la vittoria di una parte su un’altra.

Quella di Claudia Lombardo è al momento la candidatura meno probabile, ma non impossibile. La presidente del Consiglio regionale punta da alcuni anni all’altra presidenza, scontrandosi spesso e in maniera palese con l’attuale governatore, Ugo Cappellacci. Il quale, attualmente, rappresenta il più grande ostacolo alle ambizioni della Lombardo. Cappellacci si è infatti ricandidato ufficialmente e pare abbia ottenuto il fondamentale via libera di Silvio Berlusconi direttamente ad Arcore.

Tutto deciso quindi? Non proprio, perché nel Popolo delle libertà la stagione dei veleni non si è affatto conclusa e sono in molti a volere la testa del presidente della Regione. La Lombardo, che continua a muoversi indipendentemente anche sui temi più cari di Cappellacci come la zona franca integrale, potrebbe coagulare tutti i malumori interni, potendo già contare su un asse di ribelli, che va da Mario Diana a Settimo Nizzi.

E se davvero si ritrovassero in campo Michela Murgia e Francesca Barracciu, un uomo da sempre attento al marketing politico come  Berlusconi, potrebbe trovare irresistibile la tentazione di schierare una giovane donna anche per il Pdl. Forse si tratta davvero di fantapolitica e la sfida tutta al femminile per Villa Devoto non ci sarà, ma siamo certi che sarebbe un autentico elettroshock per gli stanchi rituali della politica regionale sarda.

Alberto Urgu

 

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