Regione, traballa la poltrona del portaborse di De Mita

I requisiti richiesti per la partecipazione a un concorso pubblico devono essere posseduti nel momento in cui quel concorso è bandito. Un concetto molto semplice e logico. Eppure in consiglio regionale sono stati costretti a ribadirlo con un apposito articolo di legge, approvato stamane. Si dirà: normale burocrazia. Probabile. Ma nel caso specifico vi sono anche dei risvolti politici, visto che con l’approvazione di quell’articolo il consiglio di fatto smentisce l’assessore agli Affari generali e personale Mario Floris e, in seconda battuta, toglie la poltrona a Marco Fadda, il portaborse di Ciriaco De Mita assunto poco meno di un mese fa in qualità di dirigente regionale dallo stesso Floris.

La vicenda – denunciata da Sardinia Post esattamente un mese fa – rispetta il più classico dei canovacci: tra corsi e ricorsi, il portaborse di De Mita viene ammesso (con riserva) al concorso per dirigenti bandito nel 2009 dalla Regione.

L’ammissione con riserva è legata a una controversia sui requisiti dell’allora funzionario Argea che dovrebbe essere risolta da un pronunciamento del Tar Sardegna.

Prima del tribunale amministrativo arriva però il consiglio regionale, che il 12 giugno scorso, grazie a un emendamento all’apparenza ‘innocuo’, dà all’assessore al Personale Mario Floris la pezza giustificativa per una libera interpretazione delle norme.

Il 23 ottobre scorso quindi, l’esponente della giunta Cappellacci proponeva alla giunta l’assunzione in qualità di dirigente di Marco Fadda in quanto “accertato che lo stesso è attualmente in possesso dei requisiti previsti per l’accesso”. “Attualmente”. Quindi ben oltre la scadenza del termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso.

La giunta approva l’interpretazione di Mario Floris, dà il via libera all’assunzione e Fadda prende così possesso del suo nuovo ufficio.

L’operazione non passa però sotto silenzio. Il primo a denunciare la probabile illegittimità della vicenda è lo Sdirs, il sindacato regionale dirigenti, che minaccia pure di rivolgersi alla Procura. E sul caso i consiglieri regionali Adriano Salis, Daniele Cocco e Giovanni Mariani presentano anche un’interpellanza urgente al presidente Cappellacci.

E anche tra le fila della stessa maggioranza non mancano i malumori.

Stamane (forse) l’epilogo, con l’approvazione dell’articolo 1 della legge Omnibus – proponenti il capogruppo dell’Udc Giulio Steri e il consigliere del Psd’Az Paolo Maninchedda – che dà una interpretazione autentica delle norme smentendo di fatto la ‘versione’ dell’assessore Floris. E ribadendo un concetto molto semplice: per partecipare a un concorso, i requisiti richiesti devono essere appunto posseduti quando quel concorso è bandito.

Non tre anni dopo. E su libera interpretazione dell’assessore.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

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