Regionali, il Psd’Az riapre al centrosinistra. Cappellacci in freezer

I sardisti riaprono al centrosinistra. E per l’ultima volta proveranno a trattare. Così – con 40 voti a favore, 5 contrari e 7 astenuti – ha deciso il Consiglio nazionale che ha nominato una delegazione da quattro per tentare di centrare l’obiettivo, sebbene il partito non possa più contare sull’appoggio di Francesca Barracciu, primo sponsor dell’ingresso del Psd’Az nella coalizione. I quattro delegati scelti sono il segretario Giovanni Colli, la componente della segretari nazionale Lidia Fancello, il coordinatore della Federazione provinciale di Nuoro, Cristian Melis, e il sindaco di Dorgali, Angelo Carta, ex assessore regionale ai Lavori pubblici nonché candidato di punta della lista barbaricina alle elezioni del 16 febbraio.

“Noi – ha ribadito Colli – apriamo una trattativa per volta. Abbiamo un dialogo avviato col centrosinistra e vogliamo arrivare sino in fondo”. Una linea, questa, sostenuta sia dallo stesso segretario, sia dal presidente Giacomo Sanna, che pure aveva aperto il Consiglio con un intervento che pareva voler liquidare definitivamente la possibilità di una ripresa dei rapporti col centrosinistra. Ma nel corso del dibattito le cose sono cambiate. A metà riunione i sostenitori dell’alleanza col centrodestra hanno lasciato la sala:  dei 75 presenti all’inizio dei lavori, ne sono rimasti 51 che hanno votato per il dialogo col centrosinistra.

Quante possibilità abbia il Psd’Az di farcela, non è dato saperlo. La trattativa non è facile, perché una delle condizioni messe dal Pd per riaprire il confronto è che i sardisti non candidino onorevoli che hanno governato con Ugo Cappellacci. Questa condizione è rispettata nel caso di Efisio Planetta, che non si ripresenta alle urne (al pari Sanna), ma non lo sarebbe con Carta, se fosse candidato come annunciato nel Consiglio. Un problema si pone invece per Christian Solinas su cui l’assemblea sardista non ha avvallato la candidatura che, però è stata chiesta dalla Federazione di Cagliari.

Nel Psd’Az nessuno lo vuole dire ufficialmente. Ma da indiscrezioni trapela che i sardisti abbiano gradito poco il paletto messo dal Partito democratico a proposito dell’esclusione di quanti hanno governato con Cappellacci. Per il semplice fatto – è stato detto durante la riunione – che le regole devono essere uguali per tutti, invece il centrosinistra ha aperto a Paolo Maninchedda, leader del Partito dei sardi, altro ex alleato di Cappellacci (ma è l’unico non indagato tra i consiglieri del centrosinistra della precedente legislatura).

Su questo tema, Melis non gradisce commentare, ma qualche ora prima del Consiglio, proprio a Sardinia Post, aveva spiegato che non ci possono essere deroghe sulle regole. Il segretario della Federazione provinciale nuorese traccia invece un bilancio della riunione: “È stata un bellissimo momento di democrazia. Era palese che il partito fosse compatto sulla scelta di trattare col centrosinistra, ma il presidente Sanna ha voluto comunque mettere ai voti la proposta”.

Nel caso in cui il dialogo col Pd dovesse finire male, il Psd’Az non esclude di tornare con Cappellacci. Lo conferma lo stesso Melis, che dice ancora: “La nostra prima scelta è il centrosinistra, ma in alternativa discuteremo col centrodestra o con la coalizione di Mauro Pili”. Tuttavia, questa eventuale fase due verrà decisa in un’altra direzione che sarà convocata per permettere alla delegazione da quattro di illustrare l’esito del confronto col Pd.

A inizio lavori è stato molto applaudito l’intervento di Sanna che ha parlato di “assissinio politico” nei confronti della Barracciu, riferendosi al passo indietro a cui l’eurodeputata è stata costretta. La sensazione, comunque, è che il Psd’Az abbia già pronte le liste e possa permettersi di portare avanti trattative sino all’ultimo giorno utile.

Alessandra Carta

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