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Regionali, i partiti affilano i coltelli

La campagna elettorale per le elezioni Regionali comincia questa settimana. Non è un inizio ufficiale perché al febbraio del 2014 mancano molti mesi ancora. Ma da oggi a venerdì sia la maggioranza, sia l’opposizione dovranno assumere decisioni che tracceranno il percorso alla fine del quale si presenteranno all’elettorato sardo. E già nei partiti si affilano i coltelli.

Nel calendario politico sono già fissate due date. Giovedì si riunisce la conferenza dei capigruppo del consiglio regionale che dovrà programmare i prossimi lavori dell’assemblea dopo la paralisi determinata dalla sessione di bilancio. L’approvazione della Finanziaria ripropone tutti i temi che erano stati accantonati, a partire dalla riforma della legge elettorale e dal riassetto delle province (cioè l’attuazione del referendum col quale un anno fa i sardi hanno deciso di abolirle). Una questione che ha già creato tensioni all’interno della maggioranza tra i Riformatori e il Pdl.

Per venerdì è fissato un appuntamento decisivo per la coalizione di centrosinistra che tornerà a incontrarsi per decidere la data in cui svolgere le primarie per la scelta del candidato governatore. A conclusione dell’incontro che si è tenuto la scorsa settimana, l’iniziale no dei principali alleati del Partito democratico a svolgere le primarie nel mese di luglio è sembrato cadere. Tanto che è stata addirittura ipotizzata una data: il 7 luglio. Ma contemporaneamente si è riproposto il nodo decisivo: quello dei ‘confini’ dell’alleanza. E della possibilità di aprirla al Partito sardo d’azione che, dopo aver sostenuto la giunta Cappellacci per l’intera legislatura, è di recente passato all’opposizione.

Il Partito dei Rossomori (nato proprio da una scissione a sinistra del Pds’Az in seguito alleanza col centrodestra) si oppone fermamente a un allargamento della coalizione ai sardisti. Secondo il presidente Gesuino Muledda, si tratterebbe del primo passo di un allargamento ben più ampio: “La mia opinione personale – ha scritto in un post su Facebook – è che vogliono allargare la coalizione ai montiani. In Sardegna vuol dire Oppi, La Spisa, Fantola e in aggiunta Giacomo Sanna. Chi ha orecchie da intendere intenda”.

Ma proprio ieri il leader isolano di Sinistra ecologia e libertà, Luciano Uras, ha diffuso una dichiarazione che, sia pure attraverso un ragionamento di carattere generale, ribadisce l’opportunità dell’allargamento della coalizione: “L’alternativa che proponiamo – ha detto – ha bisogno di respiro, di superare lo spazio esclusivo e limitato dei soli partiti. Oggi è necessario coinvolgere nel progetto di alternativa i cittadini, la società organizzata, i sindacati, il mondo della cultura e soprattutto aprire un dialogo non strumentale con i nuovi movimenti politici”.

Quanto al centrodestra, proprio durante i lavori per l’approvazione della finanziaria si è verificato un episodio che ha fatto riemergere le tensioni che le elezioni politiche avevano di necessità sopito. E che è suonato come un alt alla personale campagna elettorale avviata, con grande anticipo su tutti, dal governatore Ugo Cappellacci.

E’ successo quando un gruppo di franchi tiratori della maggioranza ha consentito l’approvazione dell’emendamento del centrosinistra che ha cancellato il finanziamento a ‘Sardegna Promozione”, l’agenzia nata al tempo della giunta Soru per coordinare le politiche a sostegno del turismo e diventata in questa legislatura un carrozzone dove sistemare alti dirigenti. Tra loro il fedelissimo di Ugo Cappellacci Mariano Mariani. Con l’approvazione dell’emendamento “Sardegna Promozione” è stata nei fatti cnacellata. Un messaggio chiarissimo lanciato al governatore dall’interno della maggioranza che lo sostiene.

N.B.

 

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