Quirinale, da Mario Melis a Cabras: ecco i 33 grandi elettori dal ’55 al 2013. Sui nuovi si decide domani

Dal 1955 al 2013 sono cambiati 10 presidenti della Repubblica, alla cui votazione hanno participato 33 grandi elettori sardi. Ecco i nomi.

Sono stati finora 33 i grandi elettori sardi che hanno votato il presidente della Repubblica. Con una costante: dal 1955, anno in cui i rappresentanti delle Regioni parteciparono per la prima volta alla seduta parlamentare, solo nel ’71 la Sardegna non ha mandato a Roma il Capo della Giunta e quello del Consiglio, come nella consuetudine. E domani, quando l’Aula di via Roma sceglie i propri grandi elettori (ssi comincia alle 16), il colpaccio potrebbe ripetersi. A rischiare sono Francesco Pigliaru e Gianfranco Ganau: uno dei due potrebbe non volare a Roma il 29 gennaio, quando è programmato il primo scrutinio per scegliere il successore di Giorgio Napolitano. Il terzo grande elettore, in rappresentanza della minoranza in Regione, è invece una quota garantita dalla Costituzione, all’articolo 83. Prassi vuole che si nomini il capogruppo del partito leader dell’opposizione.

La contestazione alla prassi è stata mossa una settimana fa da una troika formata dal deputato Roberto Capelli, leader sardo del Centro Democratico, più i due parlamentari di Sel, Michele Piras e Luciano Uras. Ma sulla stessa lunghezza d’onda si è schierato, nel frattempo, anche il Partito dei Sardi. La richiesta è una: “A Roma deve essere rappresentata la componente sovranista dell’attuale maggioranza che governa la Regione”.

La cifra politica della battaglia è uno scontro col Pd, partito leader della coalizione che, da solo, vale elettoralmente quando il resto degli alleati. Ovvero, Sel, Partito dei Sardi, Rosso Mori, Centro Democratico, Sinistra unita, Psi, Verdi-Idv, Upc Irs e La Base. Le due metà del centrosinistra valgono il 22 per cento.

Cosa succederà, è presto per dirlo. Prima della seduta è convocato un vertice di coalizione, al quale sono stati invitati anche Pigliaru e Ganau, le due più alte cariche della Regione, due caselle che il Pd ha occupato proprio in virtù del proprio peso elettorale. Ma quella logica non piace adsesso al fronte dei “piccoli” che hanno organizzato l’offensiva.

L’obiettivo è certamente quello di arrivare in Aula con una linea comune. Sennò ogni decisione sarà affidata ai franchi tiratori. E Capelli non lo ho nascosto, dicendosi pronto ad accordi con la minoranza, visto che ogni consigliere regionale può esprimere due preferenze.

Nel ‘55, per l’elezione di Giovanni Gronchi (Dc) passato al quarto scrutinio, i grandi elettori sardi furono Efisio Corrias (Dc), Alfredo Corrias (Dc) e Giovanni Lay (Pci), rispettivamente presidente del Consiglio, capo della Giunta e capogruppo del partito leader della minoranza.

Nel ’62, l’Aula nominò Agostino Cerioni (Dc), Efisio Corrias (Dc) e Carlo Sanna (Psi). Divenne Presidente della Repubblica il primo sardo, Antonio Segni (Dc), eletto al nono scrutinio.

Nel ’64, a Roma andarono ancora Cerioni e Corrias, più Umberto Cardia (Pci). Al Quirinale venne eletto Giuseppe Saragat (Psdi), al ventunesimo scrutinio.

Nel ’71, l’anno di Giovanni Leone (Dc) dopo ventitré scrutini, i grandi elettori dell’Isola furono Giovanni Del Rio (Dc), Paolo Dettori (Dc) e Andrea Raggio. Coi primi due, rispettivamente assessore agli Enti locali e al Lavoro, si derogò alla consuetudine, ma non si conoscono i motivi della scelta. Raggio, invece, guidava in Aula il Pci, prima forza della minoranza.

Nel ’78 a Roma andarono ancora Raggio, diventato presidente del Consiglio, più il capo della Giunta Pietrino Soddu (Dc) e il socialista Sebastiano Dessanay, il quale, in quota minoranza, era il vice dell’Aula. Sandro Pertini (Psi) venne eletto presidente della Repubblica al sedicesimo scrutinio.

Nell’85 i grandi elettori sardi furono Emanuele Sanna (Pci), Mario Melis (PSd’Az) e Antonio Giagu De Martini (Dc). Francesco Cossiga (Dc) si convertì nel secondo sardo al Quirinale, al primo scrutinio.

Nel ’92 dalla Sardegna partirono Mariolino Floris (Dc), Antonello Cabras (Psi) ed Emanuele Sanna (Pci). Oscar Luigi Scalfaro (Dc) fu il nono Capo di Stato della storia repubblicana, al sedicesimo scrutinio.

Nel ’99, i grandi elettori scelti dall’Aula di via Roma furono Gian Mario Selis (Ppi), Federico Palomba (Progressisti) e Pietro Pittalis (Forza Italia). Carlo Azeglio Ciampi, ex governatore della Banca d’Italia senza tessera di partito, arrivò al Quirinale col primo scrutinio.

Nel 2006, l’anno del comunista Giorgio Napolitano eletto con quattro scrutini, a Roma andarono Giacomo Spissu (Ds), Renato Soru (Progetto Sardegna) e Giorgio La Spisa (Forza Italia).

Nel 2013, quando Napolitano è stato confermato al Quirinale al sesto scrutinio, i grandi elettori sardi sono stati Claudia Lombardo (Pdl), Ugo Cappellacci (Pdl) e Giampaolo Diana (Pd).

Al. Car.
(@alessacart on twitter)

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