Puddu: “In Comune non mi ricandido”. Sarà lui il leader M5s delle Regionali?

Mario Puddu, il sindaco M5s di Assemini in scadenza di mandato, non si ricandida alle Comunali di questa primavera. Ad annunciarlo, con un post su Facebook, è stato lo stesso primo cittadino che ieri notte, poco prima delle 22, ha pubblicato una sua foto con Sabrina Licheri, l’esponente del movimento che tenterà di riconquistare il Municipio di piazza Repubblica al posto di Puddu.

Mario Puddu e Sabrina Licheri

Politicamente è tutt’altro che sorprendente la notizia data dal sindaco uscente di Assemini: Puddu è considerato da mesi il più probabile candidato di M5s alle Regionali di febbraio 2019 e la non ricandidatura in Comune non fa che confermare questa ipotesi. Del resto, se Puddu venisse riconfermato in Municipio con le Amministrative 2018 e poi il prossimo anno corresse anche per guidare la nuova Giunta sarda, in caso di vittoria alle Regionali obbligherebbe Assemini a tornare alle urne dopo appena sei mesi. Ovvero uno scenario impossibile per gli effetti negativi che avrebbe il ritorno anticipato al voto, anche in termini di costi, un tema molto caro agli M5s.

“Ho delle comunicazioni molto importanti da fare – si legge nel post di Puddu -. La prima è che non mi candiderò alle prossime elezioni amministrative di Assemini. Tralascio i miei pensieri e le mie emozioni (infinite). E sono felice di darvi un’altra comunicazione, ugualmente importante, anzi di più: il nome della candidata sindaca del M5S. Sì, ho detto sindaca. Infatti è una donna, è Sabrina Licheri. È bellissimo rappresentare la comunità asseminese, ve lo dico per esperienza, e son certo che Sabrina lo farà nel migliore dei modi. Forza Sabrina! Forza M5S!”. La Licheri è stata scelta dagli iscritti all’Associazione M5s Assemini: si è votato per alzata di mano, nel corso di una riunione. Online si sono espressi solo coloro che non hanno potuto partecipare all’incontro.

Puddu è dunque pronto a lasciare il Comune senza rimpianti e nemmeno tristezza. Anzi. E non potrebbe essere diversamente per il sindaco che con le Politiche dello scorso 4 marzo si è guadagnato la fiducia totale dei vertici M5s, a cominciare da Luigi Di Maio. Puddu ha fatto il coordinatore della campagna elettorale in Sardegna e non ha sbagliato una sola mossa, stando ai risultati delle urne: i nove candidati nei collegi uninominali scelti da Puddu (“Con poche altre persone“, ha detto lui stesso in una recente in una intervista a Sardinia Post) hanno vinto tutte le sfide dirette e nelle circoscrizioni plurinominali i Cinque Stelle hanno superato il 42 per cento, facendo segnare una crescita di elettori pari al 42,2 per cento rispetto alle Politiche del 2013, il settimo miglior risultato in Italia (leggi qui).

Per come il Movimento ha cambiato pelle da quando Davide Casaleggio ha sostituito il padre GianRoberto alla guida della piattaforma Rousseau, non è nemmeno detto che gli M5s facciano in Sardegna le Regionarie per la scelta del candidato governatore. Puddu potrebbe essere imposto dai vertici nazionali circoscrivendo la consultazione interna su Rousseau, riservata agli iscritti, per la sola selezione degli aspiranti consiglieri regionali.

A questo punto, non c’è bisogno di altri elementi per capire che in Sardegna il tripolarismo ha i mesi contati. Alle urne di febbraio 2019 (è remota la possibilità che la legislatura finisca prima della scadenza naturale) ci saranno almeno quattro blocchi: oltre ai due tradizionali di centrosinistra e centrodestra a cui si dovrebbero aggiungere uno o più cartelli elettorali indipendentisti, alle urne si presenteranno con certezza anche i Cinque Stelle.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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