Psd’Az, tentativo di riagganciare il centrosinistra. Oggi la direzione nazionale

Da una parte c’è Ugo Cappellacci che ha riaperto la porta, dall’altra il centrosinistra che – dopo la rinuncia di Francesca Barracciu – l’ha praticamente chiusa. Nel mezzo una parte del Psd’Az che non vuole tornare col centrodestra. E oggi dalle 16, nel corso della Direzione nazionale convocata a Nuoro, giocherà le sue carte. Si tratta di un gruppo di dirigenti e di amministratori locali che contrasta la linea di riavvicinamento a Cappellacci sostenuta dall’ex assessore regionale ai Trasporti Cristian Solinas, un gruppo che ritiene di poter contare sull’appoggio del presidente Giacomo Sanna e del segretario Giovanni Colli, pur nella consapevolezza di quanto sia difficile riaprire quella porta. Per questo è stato elaborato un ‘pacchetto di offerte’ da presentare al centrosinistra e che, tra l’altro, prevede la non ricandidatura degli indagati. Uno dei leader di questa fronda è Cristian Melis, segretario della Federazione provinciale di Nuoro. L’abbiamo sentito.

Segretario, a che punto siete?

“Sono ore decisive per noi, la posizione del Consiglio nazionale non sembra univoca”.

Importanti pezzi del suo partito stanno lavorando per tornare col centrodestra…

“Confermo”.

Lei da che parte sta?

“Io col presidente Sanna e col segretario Colli che, mesi fa, hanno voluto fortissimamente avviare questa operazione di rinnovamento dialogando col centrosinistra”.

L’aggancio è stata Francesca Barracciu, notoriamente vicina a Sanna.

“Il Psd’Az si è seduto al tavolo del centrosinistra, ha aperto il confronto con tutti i partiti, non solo con la Barracciu”.

Dopo l’uscita di scena dell’eurodeputata, almeno come candidata governatrice, siete rimasti col cerino in mano.

“Io spero che il centrosinistra riveda la propria chiusura, dichiarata dai big Antonello Cabras, Paolo Fadda e Renato Soru, ma non condivisa nel partito, mi risulta”.

Pensa ci siano ancora margini per insistere?

“Io credo di sì”.

Nel Pd chi vi starebbe appoggiando?

“I cosiddetti renziani della prima ora”.

I barracciani, quindi. Non le sembra un po’ poco dopo il passo indietro dell’eurodeputata?

“No. Anche Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani sono favorevoli al nostro ingresso nella coalizione”.

A differenza di Sel.

“Contro di noi, i vendoliani hanno posto granitici veti. E per questo io non considero interlocutori quanti hanno chiusure a priori”.

Pensa che i RossoMori cambino idea nei vostri confronti?

“Attendiamo che dichiarino ufficialmente la loro eventuale contrarietà a un’alleanza col Psd’Az. Poi, certo, sappiamo bene che il presidente Gesuino Muledda ha fondato i RossoMori in rottura col mio partito”.

Nel centrosinistra prevale una linea: ‘sì’ al Partito dei Sardi, di Paolo Maninchedda e Franciscu Sedda, e ‘no’ ai sardisti.

“Il Partito dei sardi è per noi un interlocutore. Io non ho condiviso la scelta di Maninchedda di lasciare il Psd’Az, ma la mia stima personale e politica nei suoi confronti resta immutata. Credo pure che Sedda possa dare un contributo importante alla rinascita della Sardegna”.

Per tornare in casa vostra: chi di voi spinge per fare con Cappellacci?

“Esiste una fronda che sta lavorando sottotraccia, ma non saprei dire né quali sono né quanti”.

Tra loro c’è l’ex assessore Christian Solinas?

“È da tanto che non sento Christian. Le sue simpatie per il centrodestra sono note. Ma è pur vero che lui non aveva battuto ciglio quando il Psd’Az decise di rompere con Cappellacci: Christian era l’unico assessore sardista in Giunta e lasciò subito l’incarico”.

Il patto programmatico con Cappellacci vi fece ottenere anche posti di sottogoverno: avete lasciato pure quelli?

“Non tutti. Ma si tratta di incarichi di poca rilevanza”.

Ma lei era contento quando a fine 2008 il Psd’Az decise di allearsi col centrodestra?

“Io ero un semplice tesserato. Ma appoggiai quella scelta perché era stato Soru a chiuderci la porta”.

Voi, però, pur eletti nella coalizione del 2004, avevate scaricato il governatore nel corso della legislatura.

“Soru aveva buttato il bambino insieme all’acqua sporca”.

Se nel Consiglio di questo pomeriggio dovesse vincere la linea di dialogo col centrosinistra, al Pd cosa proponete?

“Il segretario Colli aveva già presentato dieci punti programmatici che erano stati ampiamente condivisi: dalla Zona franca alla fiscalità di vantaggio, passando per la lingua sarda. Questi i temi più importanti”.

Il rinnovamento come intendete garantirlo?

“Siamo pronti a non candidare gli indagati, sebbene noi restiamo garantisti, e lo siamo stati anche con la Barracciu. Non le andava chiesto il passo indietro, visto che non è stata nemmeno rinviata a giudizio”.

Se dovesse passare la linea del ‘no agli indagati’, non si può ripresentare alle urne l’intero gruppo consigliare del Psd’Az. E oltre Sanna e Solinas, anche Efisio Planetta ha ricevuto un avviso di garanzia per l’inchiesta sui fondi ai gruppi, mentre Paolo Luigi Dessì è nel mirino della Procura per le presunte spese pazze alla Carbosulcis.

“Se il centrosinistra si darà una regola in questo senso, senza eccezioni tutti i partiti saranno chiamati a rispettarla. Di certo il presidente Sanna da tempi non sospetto aveva ufficializzato la propria non ricandidatura”.

Nel caso in cui naufragasse sia l’alleanza a sinistra che la pace con Cappellacci, quale sarebbe la terza opzione per voi?

“Per esempio un patto di governo col ‘Popolo sardo’ di Mauro Pili”.

Alessandra Carta

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