E’ passato un anno dal risultato dei referendum di maggio 2012 e il plebiscito popolare che ha spazzato via quattro delle otto province sarde è rimasto lettera morta. Niente di fatto, di rinvio in in rinvio la prossima scadenza prevista è per il 30 giugno. Nel frattempo nessuna rivoluzione tra problemi pratici e leggi alla mano le province sono tutte vive e vegete. E rispunta una delle ipotesi alternative della prima ora: i commissari liquidatori.
Lo scenario. Commissariamento delle Province dal primo luglio con commissari liquidatori che rimangano in carica almeno un anno, funzioni e personale trasferiti ai Comuni ed in parte anche alla Regione, puntando ad accordi funzionali di diritto pubblico per esercitare alcune competenze e riforma costituzionale per cancellare l’ente intermedio. Questa è la proposta del vice presidente del Consiglio e leader dei Riformatori Sardi, Michele Cossa, intervenuto al convegno sul futuro delle province e sulla riforma degli enti locali in Sardegna, organizzato dalla Camera del Lavoro della Cgil di Cagliari. E uno dei promotori della consultazione. “E’ un processo che non può essere fatto dall’oggi al domani, ma l’ultima data utile è il 30 giugno – spiega Cossa – le gestioni provvisorie avrebbero dovuto effettuare una ricognizione di tutti i rapporti attivi e passivi, ma questo non è stato fatto. Ecco perché – sottolinea – servono dei commissari che facciano questa operazione”. Secondo Nicola Marongiu, segretario Cgil di Cagliari, “occorre muoversi dentro un processo di semplificazione ragionata che si sviluppi in una dimensione organica tra i diversi livelli istituzionali. Se le Province diventano enti di secondo livello – aggiunge – è utile pensare su aggregati di area vasta per la gestione dei servizi comunali e per la definizione delle politiche di sviluppo. Per questo riproponiamo il tema dell’Area metropolitana di Cagliari“. “La Regione deve dire come vuole procedere con la riforme – osserva il direttore dell’Anci Sardegna, Umberto Oppus – per dare una risposta efficace ai cittadini che potranno avere un solo interlocutore che può essere il comune o l’unione dei Comuni”. Secondo la presidente della Provincia di Cagliari, Angela Quaquero, “Se occorre capire anche che tipo di Regione si vuole, nel caso le funzioni vengano accentrate”.