Province, così Solinas trova l’accordo: da una poltrona il presidente ne fa due

La poltrona è sdoppiata: dall’originario primo incarico il presidente Christian Solinas ne creerà due, così l’accordo in maggioranza è trovato. Tutti accontentati. La sorprendente mossa ruota intorno al Testo unico degli enti locali, ovvero la riforma delle Province che farà rinascere Gallura, Medio Campidano, Ogliastra e Sulcis. Contestualmente la nuova legge porterà a due le Città metropolitane che, caso unico in Italia, diventeranno maxi, con 71 Comuni a testa. Di fatto si andranno a creare le vecchie due Province di Cagliari e Sassari.

La ‘magia’ di Solinas riguarda in particolare la Città metropolitana di Cagliari: con l’approvazione della riforma, l’ente di Piazza Palazzo e viale Ciusa (queste le due sede) verrebbe commissariato. Significherebbe incarico tolto a Paolo Truzzu, il sindaco dei Fratelli d’Italia che è pure il primo cittadino metropolitana. Alla guida di diciassette Comuni: oltre Cagliari, ecco Assemini, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Pula, Quartu, Quartucciu, Sarroch, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta e Villa San Pietro.

In difesa di Truzzu, da giorni e giorni sono schierati gli Fdi. Che hanno chiesto financo l’intervento della loro leader nazionale, Giorgia Meloni, per protestare contro la norma inserita nella legge. Stando a quando filtra dal centrodestra, lo scontro è nato perché il governatore vorrebbe affidare l’incarico di commissario della Città metropolitana di Cagliari in quota Psd’Az.

Gli Fdi, al contrario, spingono perché sia lo stesso Truzzu a traghettare l’ente nel passaggio da 17 a 71 Comuni. I Fratelli d’Italia non hanno mai abbassato l’asticella dello scontro. Ecco allora che Solinas ne ha inventata una delle sue, raddoppiando i posti di comando. L’intenzione del presidente è lasciare a Truzzu l’incarico di guidare sempre da sindaco la Città metropolitana con 17 Municipi. Il commissario del Psd’Az, invece, gestirebbe l’ingresso degli altri 54 Comuni.

Il via libera al riordino sulle Province sarebbe dovuto arrivare all’inizio di marzo. Ma le liti nel centrodestra sono diventate guerre e tutto si è arenato. Per via di veti incrociati, ogni volta sarebbe mancato il numero legale. Da lì i continui slittamenti. Si aggiunga l’emergenza Covid scoppiata nel Palazzo di via Roma e che ha rallentato i lavori. Alla fine una manna dal cielo per mascherare i ritardi dovuti agli scontri nel centrodestra.

Adesso c’è comunque una data della ripartenza: Solinas e alleati si sono dati appuntamenti al 30 marzo. Cadrà di  martedì, giorno in cui di norma gli onorevoli cominciano a lavorare (sino a giovedì, poi si prendono tutti il week-end lungo). L’intenzione del centrodestra è chiudere al più presto la partite delle Province, per poi passare al Dl sui maxi staff in Regione, roba da sei milioni di euro all’anno. Sono 500mila euro in più al mese. Tutte nomine fiduciarie. Politiche. Compreso un addetto al cerimoniale e un autista. Le Province costeranno invece 796mila euro il primo anno. Poi anche di più.

Tuttavia se Solinas crede di aver pareggiato così i conti nel centrodestra, sbaglia di grosso, è la sensazione. In maggioranza è ancora tutta da chiarire la partita della sanità, altro scontro che vede il Psd’Az da una parte e il leader dell’Udc dall’altra. Giorgio Oppi non l’ha mandata a dire: lui è contrario al triplice incarico assegnato da Solinas a Massimo Temussi, commissario di Ats con il compito di dare gambe alla futura asl unica Ares e in più regista di tutta la pandemia. Il manager si sta facendo difendere dal capogruppo sardista, Franco Mula. A cui Oppi ha risposto: “Temussi bravo? Ma se la Sardegna è ultima sui vaccini“. Ed è proprio il capo di Ats a gestire la partita delle dosi da inoculare.

Non resta che attendere la prossima puntata. Tanto nel centrodestra è da tempo cominciata una telenovela senza fine. Puntate sempre ricche. Che a volte richiedono pure i pop corn.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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