Primarie per i parlamentari Pd a rischio, Civati lancia la “rivolta” nella rete

Pippo Civati, consigliere regionale della Lombardia, è, col parlamentare Salvatore Vassallo, l’autore dell’appello che da ieri sta correndo a tutta velocità nel web. In questo appello si chiede che il 13 gennaio si svolgano le primarie per la scelta dei deputati e dei senatori del Partito democratico. Primarie aperte a tutti gli elettori.

Civati non nasconde la preoccupazione che, alla fine, le primarie vengano sostituite da una qualche forma di consultazione tra i soli iscritti. “E in tal caso – dice – davvero sarebbe difficile spiegare in cosa consiste l’innovazione. Mi pare, infatti, che sia abbastanza scontato che gli iscritti al Pd debbano poter scegliere i loro rappresentanti in Parlamento”.

Il regolamento delle primarie elaborato da Civati e da Vassallo prevede che a poter votare siano tutti i cittadini che si recheranno al seggio muniti di carta d’identità e certificato elettorale e sottoscriveranno un documento in cui dichiarano di essere “Elettori del Partito Democratico”. E che chiunque aspiri a diventare deputato o senatore (con la sola eccezione del segretario nazionale) presenti la sua candidatura alle primarie attraverso la sottoscrizione di almeno il 5 per cento dei membri della direzione provinciale o di almeno il 3 per cento degli iscritti al partito nel medesimo ambito territoriale.

E’ un regolamento dettagliato. E non è stato inventato in questi giorni, ma esiste da quasi un anno. “La cosa più triste – si rammarica Civati – è che oggi qualcuno dica che ‘non c’è il tempo’. Questo regolamento l’abbiamo proposto nel gennaio del 2012 e abbiamo chiesto che si cominciasse subito a lavorarci. Hanno detto di sì e poi non è stato fatto niente. Questo in nome della certezza che il Porcellum sarebbe stato cancellato. Insomma, la verità è che il tempo sarebbe stato comunque ‘poco’ anche se si fosse andati alla scadenza naturale della legislatura”.

La richiesta di svolgere le primarie per la scelta dei parlamentari fu presentata da Civati e Vassallo, attraverso un ordine del giorno, all’assemblea nazionale del Pd che si tenne il 20 e il 21 gennaio, dunque quasi un anno fa. Alla fine l’Odg non fu messo ai voti perché Bersani assunse l’impegno formale a farlo proprio. Impegno che il segretario ha più volte ribadito.

Ma ora “siamo all’ultimo minuto disponibile per fare la cosa giusta”. Ed emergono resistenze da parte di molti parlamentari uscenti. Senza che nessuno se ne assuma apertamente la responsabilità, c’è un tentativo di evitare le primarie o di ridurle a una consultazione facilmente controllabile. Attribuendo questa conclusione “triste” a problemi tecnici e organizzativi. “Siamo ormai all’ultimo minuto – sottolinea Civati – e già quella di oggi potrebbe essere una giornata decisiva. Il segretario ha assunto un impegno preciso. Mi fido di lui..”

Giovanni Maria Bellu

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