Primarie, il Pd agli alleati: “Basta, si voti”

Frizioni, bordate e ancora tiri liberi: nel centrosinistra la battaglia delle primarie non sembra finita, quando mancano ventiquattro giorni all’apertura delle urne. Sel e Upc rincarano la dose: «Al voto del 29 settembre non siamo interessati (per ragioni diverse, ndr)». Ma stavolta Silvio Lai non porge più l’altra guancia ai ribelli della coalizione. «Le primarie si faranno come stabilito», dice il segretario regionale del Pd.

IL QUADRO. Dunque, la grande guerra a sinistra continua. Ma con una novità: Lai ha voglia di chiudere in fretta la querelle, proprio lui che dallo strappo pre-ferragostano in avanti, cioè sino a oggi, non aveva mai mancato di aprire agli alleati. Precisamente a Sel, Upc, Verdi e Centro Democratico che volevano far slittare la presentazione delle candidature dopo l’8 agosto. Così non è successo. Ma grazie a Lai, ai partiti più piccoli della coalizione era stata comunque concessa una proroga fino al 2 settembre. Tuttavia, l’altro giorno i ribelli non hanno fatto nuovi nomi. Ma a questo punto il Pd non servirà loro altre chance. Per il segretario dei democratici sardi il tempo dello scontro è scaduto: «Il 29 settembre si andrà a votare».

SEL. E se Lai risponde agli alleati, su richiesta, via Sardiniapost, resta da capire quale sarà la reazione dei ribelli. Perché quando il senatore Luciano Uras si scaglia contro le primarie, Lai non ha ancora detto la sua. Fatto sta che il parlamentare di Sel sottolinea: «Lo stiamo dicendo da settimane, il nostro unico interesse è costruire, insieme all’intero centrosinistra, un programma che risolva i problemi dei sardi». Uras, nella definizione della coalizione, apre anche «alle forze autonomiste, sovraniste e indipendentiste», precisa. Poi riprende un vecchio concetto, ovvero derubrica le primarie «a duello interno al Pd, per questo non ci interessa», fa sapere.

UPC. Dal fronte dei cristiano-popolari a tuonare è il segretario regionale Enrico Piras. La posizione dell’Upc ha sfumature diverse rispetto a quella di Sel. «Noi – spiega il leader sardo – siamo pronti a valutare altre proposte di alleanze, nel caso in cui il Pd non dovesse congelare il voto del 29 settembre». Piras non ha mai cambiato idea: «Le primarie sono inutili, rappresentano una resa dei conti interna al Pd». Quindi un’ulteriore sottolineatura: «L’Upc punta a trovare un candidato unico e questo lo si potrà fare solo quando il tavolo della coalizione verrà allargato al Psd’Az e al Partito dei Sardi (quello fondato da Paolo Maninchedda e Franziscu Sedda).

VERSO IL VOTO. Vien da sé che «attraverso la costruzione di un’alleanza programmatica nel centrosinistra», così come sollecita Uras, i margini per ricomporre la frattura ci sono tutti. Più in salita appare accontentare l’Upc, visto che il vincitore delle primarie sarà veramente il candidato governatore della coalizione. Sperare, su questo versante, una marcia indietro è davvero impensabile. Alle Regionali di febbraio sulla scheda elettorale ci sarà uno dei cinque nomi che già si conoscono. Cioè, Simone Atzeni, Francesca Barracciu, Roberto Deriu, Gianfranco Ganau e Andrea Murgia. (al. car.)

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