Pranzo di Sardara, testimoni in Procura. Ipotesi di reato, c’è anche il peculato

Riprenderà domani la sfilata di testimoni davanti al pubblico ministero Giangiacomo Pilia, titolare del fascicolo per peculato e omissione d’atti d’ufficio aperto dalla Procura di Cagliari per far luce sul banchetto organizzato lo scorso 7 aprile a Sardara, nel pieno delle norme anti-assembramento stabilite dalla zona arancione in vigore in quei giorni. Già nelle prossime ore, poi, potrebbero essere effettuate delle acquisizioni da parte degli investigatori della Guardia di finanza a cui il magistrato ha delegato gli accertamenti.

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Al momento la Procura ha già sentito una ventina di persone, molte delle quali comprese nell’elenco dei 19 identificati dai finanzieri della Tenenza di Sanluri al momento del blitz che ha interrotto il banchetto a cui che avrebbero preso parte una quarantina tra dirigenti della Regione, manager di aziende sanitarie, politici, amministratori di enti strumentali e militari. All’arrivo della Gdf, in tanti sono riusciti a scappare ma la metà circa è stata identifica e grazie alle loro testimonianze gli inquirenti stanno ricostruendo l’intera lista. Resta irrisolta, invece, la ragione di quella riunione. Proprio per questo motivo la procuratrice Maria Alessandra Pelagatti aveva aperto un fascicolo a “Modello 45” (senza ipotesi di reato né indagati) affidandolo al pm Pilia. Sentiti buona parte dei partecipanti, ora la Procura ha deciso di formulare due ipotesi di reato: il peculato per chi è andato a Sardara con le auto di servizio e l’omissione di atti d’ufficio per chi non fece i controlli di sua competennza sul rispetto delle norme. Nessuno per il momento ha ricevuto inviti a comparire.

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