Più soldi per primi cittadini e assessori, ma gli aumenti non piacciono a tutti

Cambiano le regole per i compensi degli amministratori locali, ma le nuove norme previste dal Consiglio regionale non accontentano tutti. A sollevare la questione è il sindaco di Villanovaforru, Maurizio Onnis, che annuncia di non voler adottare il nuovo sistema che prevede un incremento degli emolumenti per sindaci e assessori: “La giunta comunale di Villanovaforru ha deciso di non assecondare la nuova norma regionale. Continueremo a prendere quel che prendiamo adesso”. Il primo cittadino spiega le novità introdotte dall’assemblea di via Roma a fine legislatura. “Poco prima della fine dell’anno, il Consiglio regionale ha varato una norma che consente alle Giunte comunali d’incrementare gli ‘stipendi’ di sindaci e assessori. L’incremento avrà la forma di un rimborso forfettario mensile – racconta Maurizio Onnis -. Per i paesi sotto i 3.000 abitanti, la Giunta potrà concedere al sindaco un rimborso mensile pari al 50 per cento della sua indennità. Concretamente: io, che prendo 830 euro netti al mese, potrei arrivare a prenderne circa 1.200. La somma stabilita per il sindaco potrà essere complessivamente stanziata anche per gli assessori: quelli di Villanovaforru, per stare all’esempio, potrebbero spartirsi più o meno 400 euro al mese”.

Il sindaco del piccolo centro della Marmilla si lamenta su Facebook per la scelta fatta dalla massima assemblea regionale per garantire un migliore compenso agli amministratori delle piccole comunità. “Io sono assolutamente favorevole ad accrescere gli emolumenti degli amministratori locali. Ma non in questo modo – spiega Onnis -. Non esiste, proprio non esiste, dare al sindaco e agli assessori, che sono parte in causa, la prerogativa di decidere se e quanti soldi pubblici mettersi in tasca. Io non sono l’amministratore delegato di una compagnia: non spartisco profitti. Questi sono soldi di tutti e il conflitto d’interessi è palese. Trovo la prerogativa concessa dalla Regione inammissibile”. Un altro aspetto negativo secondo il sindaco di Villanovaforru è che questi soldi non arrivino da fondi speciali ma dalle scarse risorse che già arrivano ai Municipi. “In secondo luogo, la Regione non ha stanziato a tale scopo fondi speciali. Il denaro va pescato entro l’annuale trasferimento finanziario ai Comuni – aggiunge -, Significa che i soldi destinati dalla Giunta a se stessa vengono sottratti ad altri usi, vantaggiosi per la cittadinanza. Non mi sembra una grande idea“.

Maurizio Onnis

Maurizio Onnis spiega la sua scelta di non adeguarsi alle nuove norme.  “Io ho un altro motivo, più personale, per respingere l’invito della Regione. Voglio tenermi libero, rispetto all’ufficio di sindaco. Voglio potermene andare anche domani, se mi aggrada. Invece, quanto più nella faccenda entrano i soldi, tanto meno libertà mi rimane – conclude il sindaco eletto nel 2016 con una lista unica -. Sono assolutamente favorevole all’incremento delle indennità degli amministratori locali. A fronte del lavoro fatto, dell’impegno profuso, delle responsabilità che si accollano, dei rischi anche fisici affrontati, ricevono somme ridicole. Qualche euro in più, inoltre, incoraggerebbe un maggior numero di cittadini ad amministrare la propria comunità: sono sicuro che ciò gioverebbe al governo del territorio più di qualsiasi impianto di videosorveglianza. La strada scelta da Cagliari per soddisfare tale esigenza non è però adatta”.

Apprezza in parte la linea scelta dal Consiglio regionale la sindaca di Fonni, che ha commentato l’intervento di Onnis. “Il regolamento è un primo importante, importantissimo passo che riconosce lo status di amministratori. Anche a me non piace la discrezionalità che dovrà accompagnare le amministrazioni nella scelta e sicuramente può diventare da opportunità a boomerang, soprattutto di questi tempi – spiega Daniela Falconi -. Senza contare che sì, da una parte è vero che si sottraggono risorse al bilancio comunale ma dall’altra è anche vero che un lavoro (perché questo è quello del sindaco: un lavoro a termine) ben retribuito può portare risultati migliori. Quindi, un primo passo che mette un paletto, sperando che il secondo passo sia lo stanziamento di risorse che da semplice importantissimo regolamento istituzionalizzino quel che gli amministratori fanno ogni giorno”.

La riforma degli enti locali è stata varata tre anni fa, ma per rendere operativo questo aspetto che riguarda gli ‘aumenti’ era necessario che il Consiglio regionale preparasse un regolamento apposito. “È stato condiviso con le associazioni dei Comuni, presentato a fine legislatura dopo un lungo lavoro e poi è stato firmato da tutte le forze politiche – spiega il presidente della commissione Autonomia del Consiglio regionale, Francesco Agus – non viene fissato un automatismo, ma si dà la possibilità alle Giunte comunali di inserire dei rimborsi con una quantificazione legata alla possibilità di stipulare assicurazioni contro il rischio d’esercizio”. Proprio i gravi problemi che devono affrontare le fasce tricolori in Sardegna è alla base del provvedimento. “Si è cercato di intervenire sia sul piano della sicurezza sia su quello economico, visto che nei piccoli Comuni il sindaco prende meno dell’ultimo dei dipendenti”.

Emiliano Deiana

Per arrivare al regolamento definitivo si è passati da un incontro tra le commissioni competenti e i sindaci, l’audizione in via Roma del Consiglio delle autonomie locali e le trattative con l’associazione nazionale dei Comuni. A spingere per questo risultato raggiunto a fine 2018 è stato proprio il presidente regionale dell’Anci Emiliano Deiana. “È un grande passo in avanti per il riconoscimento dello status di amministratori. La Legge 2 del 2016 si è occupata più che altro di geografia mentre con la prossima legislatura servirà un nuovo testo unico degli enti locali che definisca status, poteri e tutto il resto – spiega il sindaco di Bortigiadas -. Questo regolamento era previsto dall’articolo 73 di quella legge e arriva con tre anni di ritardo e renderà più dignitosa la vita dei sindaci”. Non si tratta di auto-aumenti da Casta secondo il presidente dell’Anci. “Stiamo attuando la specialità autonomistica e lo Stato non ha mai impugnato la norma, non c’è nessun elemento scandaloso – assicura Deiana – i sindaci che sono lavoratori dipendenti pubblici prendono il 50 per cento dell’indennità, la gran parte prende 400 euro al mese e quelli che sono lavoratori autonomi hanno il divieto di lavorare nel proprio Comune”.

Secondo il leader delle fasce tricolori isolane era necessario intervenire su questo fronte. “Questo regolamento dà dignità al ruolo e permette di eliminare grandi disparità di trattamento: un sindaco lavoratore dipendente prende 1.000 euro, uno autonomo tra i 1.500 e i 1.600. Nei Comuni sopra i 15mila abitanti un sindaco ingegnere ha i contributi versati dal Comune, ma non è così nei centri più piccoli e queste discriminazioni non hanno senso – continua Emiliano Deiana – per rispondere al sindaco Onnis sulla provenienza dei soldi, dico che la norma è fatta perché tutto cada sul fondo unico. È chiaro che si tratta di una decina di migliaia di euro tolti ad altri servizi del Comune, ma se un sindaco ha la tranquillità di lavorare bene e stare attento ai bandi quei soldi possono diventare milioni di euro per la propria comunità”. Il nuovo regolamento garantisce qualche euro in più non solo per i sindaci, ma anche per i vice e le Giunte comunali. “È un segnale, perché ci sono assessori che prendono una ridicolaggine, 100-200 euro – conclude Emiliano Deiana – garantire soldi in più consente di accettare di impegnarsi per la propria comunità, che vuol dire sottrarre tempo al proprio lavoro e alla propria famiglia, per correre rischi. Ora servirà un dibattito pubblico approfondito per discutere seriamente dello status degli amministratori”.

Marcello Zasso
(@marcellozasso on Twitter)

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