“Una dichiarazione riprovevole. Non ho altro da aggiungere, se non che mi dispiace molto”. E’ questo l’unico, amaro, commento di Pippo Civati all’uscita di Gianluigi Piras, uno degli esponenti democratici sardi a lui più vicini. Uno sgomento condiviso dall’intero ambiente “civatiano” sardo: il “caso Piras” rischia di creare problemi seri all’intera componente che si preparava a sostenere Andrea Murgia nelle primarie del centrosinistra.
Nel maggio scorso, quando Gianluigi Piras, 35 anni, era candidato sindaco, Civati andò a Jerzu per sostenerlo. Un appoggio vero e convinto. Piras non vinse, ma il sostegno del leader nazionale accrebbe parecchio le sue credenziali nel Pd isolano. “Abbiamo seminato e continueremo a farlo – dichiarò dopo aver preso atto della sconfitta elettorale – come piace a noi, col nostro stile”.
Intanto, dieci ore dopo l’ultimo post di scuse parziali, la sua pagina Facebook è ferma. Si susseguono i commenti e le critiche, ma il titolare tace. Negli ambienti che gli sono vicini è in atto un’azione volta a convincerlo a scusarsi pienamente, senza se e senza ma. Anche perché crescono le richieste di un’azione disciplinare che potrebbe concludersi, come preannunciato da Francesca Barracciu, anche con l’espulsione.