Uno sguardo all’anno che verrà e al continente. Per Francesco Pigliaru, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali del 16 febbraio, l’Expo di Milano sarà un’opportunità importante anche per la Sardegna. Sempre che non si sprechi l’occasione, e qui il riferimento va al 2008 e al G8 mancato de la Maddalena, spostato poi a L’Aquila.
E non è un caso che ne parli nel suo tour proprio nell’isola gallurese, orfana del meeting: “Non dobbiamo essere impreparati, sarebbe criminale, come quanto accaduto a La Maddalena, con lo spostamento del G8 e quanto lasciato qui. E’ inaccettabile, è a metà strada tra il disastro politico e il dilettantismo”. Così Pigliaru mette in guardia dai rischi che potrebbe correre l’evento mondiale in programma a Milano nel 2015, volano per le altre regioni italiane. E rilancia con un’analisi dello stato degli investimenti e degli edifici: “Scelte sciagurate fatte da Berlusconi e appoggiate dall’attuale presidente della Regione – attacca Pigliaru riferendosi al trasferimento del G8 a L’Aquila – Inaccettabile per chi doveva tutelare le posizioni della Sardegna. Qui a La Maddalena sono arrivati poi pochi milioni, che la Regione non è riuscita a gestire. Ci sono ora edifici che cadono a pezzi, in abbandono, e soprattutto tutti i guadagni che si sono persi, mancati guadagni che una Corte dei Conti attiva e attenta dovrebbe prendere in considerazione”. Uno stato di abbandono sintetizzato da Pigliaru con un’espressione “La Maddalena è la città emblema dell’incuria del centrodestra”.
La crisi economica, la disoccupazione. Sulla crisi internazionale la differenza per l’aspirante governatore sta, ancora una volta, nei governi: “C’è una crisi internazionale, ma ci sono Paesi che questa crisi e questa trasformazione l’hanno affrontata, aumentando l’occupazione e la qualità stessa dell’occupazione. Altri sono stati incapaci di capire ed affrontare questa crisi: la differenza l’hanno fatta i governi”. “Qui – racconta l’aspirante governatore – ho incontrato disoccupati, come anche in altre parti della Sardegna. In questi cinque anni sono stati promessi migliaia di posti di lavoro in più e invece ne abbiamo altrettanti in meno. Abbiamo persone che hanno smesso anche di cercare lavoro, tra i 20 e i 65 anni, uno su due non lavora e non lo cerca”.