Pigliaru: “Così Cappellacci ha distrutto la Sardegna”

“Dopo cinque anni di centrodestra al governo della Regione, possiamo dire che questa Giunta non ha fatto nulla. Anzi: ha fatto un disastro”. Lo dice Francesco Pigliaru a Cagliari.

“Dopo cinque anni di centrodestra al governo della Regione, possiamo dire che questa Giunta non ha fatto nulla. Anzi: ha fatto un disastro”. È Francesco Pigliaru alla Fiera di Cagliari: ventitré applausi a interrompere un discorso lungo sessantotto minuti. Duemila persone in platea, i big del centrosinistra nelle prime fila, e poi, in ordine sparso, candidati e militanti. “Oggi comincia il domani”, dirà l’economista in chiusura. E in apertura i saluti: “Alle decine di militanti che hanno messo in piedi questa straordinaria macchina organizzativa”. Un grazie “a chi mi ha scelto: il Pd e i partiti del centrosinistra”. Il candidato presidente del centrosinistra si concede anche una battuta: “In un articolo di stampa sono stato definito stimato ma freddino”.

ATTACCO FRONTALE – Pigliaru affonda subito i colpi contro Ugo Cappellacci, l’avversario più diretto, e usa i numeri per dimostrare la sua tesi. “Il Prodotto interno lordo è calato del 7 per cento, la cassa integrazione è aumentata del 500 per cento, contro una media del 250 nel resto del Mezzogiorno. La Sardegna ha perso quasi 100mila posti di lavoro, la politica dei privilegi e degli sprechi ha preso il sopravvento, insieme alle logiche di appartenenza usate per accumulare consenso elettorale”.

BILANCIO REGIONALE – Un aneddoto. “Nel 2004, quando diventai assessore alla Programmazione della giunta Soru – ricorda Pigliaru – presi le consegne proprio da Cappellacci, il quale si è rivelato uno specialista nell’accumulare debito. Me lo disse che i conti della Sardegna erano difficili. Risulta che nel 2001, prima che il centrodestra cominciasse a governare, il debito era di 370 milioni, lo portarono a 3.200 milioni”.

I NUMERI – Passato e presente si intrecciano nei discorsi dell’economista che fa ancora riferimento ai bilanci della Regione per ricostruire “il fallimento” di berlusconiani e alleati. “In questi ultimi cinque anni hanno lasciato che lo Stato dirottasse in Sardegna sempre meno risorse. Noi con la Vertenza entrate avevamo recuperato 1.600 milioni all’anno, come nessuna Regione è riuscita a fare. Ma possiamo chiedere di più, perché i soldi ci spettano: Cappellacci e il centrodestra accettano che Roma ci versi meno dei 9/10 di accise, invece ci sono dovuti tutti”.

OBIETTIVI ECONOMICI – Quindi la sfida: “Siamo pronti per una nuova Vertenza Entrate: sappiamo come si fa e da dove partire”. E poi ancora un altro obiettivo: “Con la modifica del Patto di stabilità, non raggiunta dal centrodestra, potremo finalmente spendere il maggior gettito che arriverà nelle casse della Regione, risorse necessarie a garantire i servizi ai cittadini”.

SCUOLA E FORMAZIONE – A seguire Pigliaru apre l’agenda politica del centrosinistra: ecco di nuovo “Il Piano straordinario per l’istruzione”, perché “dobbiamo aiutare gli insegnanti a insegnare meglio, migliorando anche la qualità delle scuole”. Il candidato presidente ha una certezza: “La globalizzazione ha cambiato il mondo: senza competenze, intelligente e ricerca oggi si è perdenti. Dobbiamo formare i nostri ragazzi, e fare in modo che restino a scuola, invece il 27 per cento la lascia finita la terza media”. Pigliaru assicura: “Formazione non vuol dire solo istruzione obbligatoria, ma anche specializzazione per chi è già nel mondo del lavoro, ma il posto rischia di perderlo”.

“ZONE FRANCHE EXTRA GALATTICHE” – “Dobbiamo garantire pari opportunità a tutti i sardi. Incluse le imprese”, continua l’economista. “Alle centinaia di aziende che si contano nella nostra Isola va garantito il taglio dell’Irap, che è stato votato in Consiglio regionale, come proposto del centrosinistra e non da Cappellacci”. Parte l’ennesimo affondo contro il governatore uscente, seppure non citato direttamente, stavolta. “Noi siamo consapevoli che non esistano le bacchette magiche e mai prometteremo zone franche extra galattiche dove nessuno paga le tasse: quelle ci servono per assicurare diritti e servizi, di sicuro si può e si deve abbassare la pressione fiscale utilizzando le risorse che recupereremo attraverso la Vertenza entrate bis”.

MENO BUROCRAZIA – Arriva il capitolo del tessuto produttivo privato. “Il pubblico – sottolinea Pigliaru – deve bonificare i territori inquinati, o costruire scuole, ma il lavoro lo creano le imprese che vanno messe nelle condizioni di operare. E senza lavoro non c’è dignità. Per questo nei primi giorni di governo, realizzeremo una task force per semplificare la burocrazia, individuando le dieci leggi che sono di maggiore ostacolo per le aziende. Selezioneremo, parallelamente, i modelli di eccellenza delle procedure amministrative per accelerare le procedure autorizzative”.

AMBIENTE E AGROALIMENTARE – Sul turismo: “La tutela del paesaggio resta una priorità, così come il potenziamento dell’agricoltura che, in termini di esportazione, vale solo 6 milioni”. E guardando l’intera filiera agroalimentare viene fuori che “la Sardegna importa prodotti per 200 milioni, mentre le esportazioni ne valgono 150. È evidente che serva un riequilibrio”.

COMINCIA IL TOUR – Pigliaru chiude con un richiamo alla “nuova moralità, al nuovo progetto del centrosinistra: per questo tutti insieme dobbiamo spiegarlo a chi sta fuori”. Domani sarà a Sassari, secondo appuntamento del tour elettorale che lo porterà in giro per l’Isola.

Alessandra Carta
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