Piano casa, zone agricole: è massima tutela. Per costruire servono 3 ettari

Per costruire una struttura residenziale nelle campagne non solo bisognerà possedere una superficie minima di almeno tre ettari, ma occorrerà essere imprenditori agricoli o, in caso di persone giuridiche, aziende che svolgono prevalentemente attività agricola. Dunque, nelle zone agricole (E) passa la linea della massima tutela, come previsto nel ddl di ottobre approvato dalla Giunta, malgrado la commissione consiliare presieduta da Antonio Solinas (Pd), avesse provato ad abbassare a un ettaro il lotto minimo aprendo un duro scontro in maggioranza.

Sulle zone E, in Aula non è servito il voto segreto chiesto dal capogruppo azzurro, Pietro Pittalis, che ha tentato di far crollare l’intesa trovata nella maggioranza di centrosinistra. Invece i diversi esponenti delle componenti minoritarie del centrosinistra, ovvero Cd e Sel orientati sui due ettari, sono rimasti allineati col resto della coalizione e anzi hanno fatto un passo indietro sugli emendamenti presentati, come chiesto dall’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu. Questo in vista della nuova cartografia sulle sub zone agricole che permetterà di modificare il lotto minimo a seconda dei territorio. Quindi potrà succedere che in alcune zone si ansdrà sopra i tre ettari, mentre in altre la soglia sarà abbassata.

Al termine della votazione segreta, i favorevoli sono stati 29 mentre i contrari 23. La stessa norma, introdotta con l’ennesimo emendamento sostitutivo totale da parte della Giunta, prevede che negli ambiti costieri, fino all’adeguamento dei Piani urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale, non si potranno realizzare punti ristoro. E queste disposizioni sono immediatamente operativa e prevalgono sulle disposizioni dei Puc, a meno che queste ultime non siano ancora più restrittive.

Proprio da Pittalis arriva una bordata sul lotto minimo dei tre ettari.”In Consiglio si conferma un dato politico gravissimo: in materia edilizia e urbanistica Giunta e maggioranza sono commissariate dal segretario regionale del Partito Democratico. Si predilige ancora una volta la fazione all’interesse della collettività e soprattutto ad una scelta per contrastare lo spopolamento delle campagne, in particolare per i piccoli comuni. Insomma, come dimostra anche la vicenda dell’Imu agricola – prosegue – per la sinistra la campagna non è un bene la cui proprietà si possa esercitare pienamente, ma solo un punto di riferimento per imporre tasse e balzelli”.

A metà serata spunta un emendamento del Pd sugli incrementi volumetrici di edifici esistenti nelle zone di espansione (C) e di completamento (B): i premi potranno arrivare sino al 45 per cento, secondo la richiesta di modifica, se verranno realizzate opere in grado di abbattere quasi allo zero il consumo di energia nell’intera unità immobiliare. L’emendamento in questione ha ottenuto l’ok dalla commissione e anche dall’assessore Erriu. Si attende adesso il voto dell’Aula.

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