Pensioni d’oro. Quindici anni di ipocrisia

L’elenco delle “onorevoli pensioni” la pubblicò in solitaria La Nuova Sardegna quindici anni fa. Fu un putiferio. La politica, timidamente, annunciò cambiamenti. Ma non se ne fece nulla.

A sentire i commenti di alcuni consiglieri regionali, pare che le polemiche sugli ‘onorevoli vitalizi’ siano una scoperta degli ultimi giorni. Un tema cioè mai trattato e quasi esploso all’improvviso, ascritto poi nella lunga lista delle vergogne della Casta. Qualcuno ha bollato il tutto come un “tiro al piccione”, altri hanno optato per il classico “no comment”, altri ancora hanno ammesso che “forse, sarebbe il caso di rivedere qualcosa”. Tra questi, pure alcuni consiglieri che occupavano uno scranno nell’Aula di via Roma già nel 1999. Quando cioè la politica era stata inchiodata, per la prima volta, di fronte alle proprie responsabilità. Il martello l’aveva impugnato Giorgio Melis, che dalle colonne de La Nuova Sardegna aveva confezionato quattro pagine – dall’oggi al domani – sbattendo in faccia ai lettori ‘onorevolissime pensioni’ da 10 milioni di lire al mese (guarda). Ma qualcuno arrivava pure a 13. Quando uno stipendio medio non superava il milione e mezzo.

Fu un putiferio. Se la politica giocò in retrovia, i lettori attaccarono a testa bassa, scandalizzati e non ancora assuefatti al vaccino di Tangentopoli. Quell’inchiesta mise a nudo un sistema che andava avanti da decenni, e ciònonostante ignorato dai più. Allora, gli onorevoli in pensione erano 259. Mancavano, chiaramente, i consiglieri che avrebbero maturato il vitalizio nei quindici anni a venire, portando la lista a 317. Ma il pugno nello stomaco che arrivò ai lettori de La Nuova non fu per questo meno violento.

Quindici anni fa il Consiglio regionale costava ai contribuenti 100 miliardi di lire. Di questi, 25 se ne andavano in vitalizi mentre ai consiglieri eletti venivano accreditati ogni mese quasi 16 milioni e dopo cinque anni in via Roma, la pensione era pari a 5 milioni e mezzo. “in effetti è un’esagerazione, dovremo rivedere il sistema”, azzardò qualcuno nei corridoi del Consiglio. Inutile dire che non se ne fece niente. E siamo a oggi. O meglio, ad avant’ieri, quando il 18 agosto del 2011 Sardegna24 titolò sul “Doppio Consiglio”. In quell’anno, 18 milioni di euro finirono nelle tasche dei consiglieri in carica e 17 nei conti correnti degli onorevoli in pensione. Altri 27 invece servivano a pagare gli stipendi dei circa 170 dipendenti del Consiglio. Fatta una media: nababbi.

Nel frattempo i vitalizi sono stati aboliti. La politica ‘tradizionale’ ha (un poco) ceduto alle pressioni anti-Casta, è terrorizzata dall’avanzata dei 5 Stelle e forse ripensa mesta al tempo che fu. Quando la trasparenza era sul serio una chimera e un gruppo di cronisti, senza proclami, svelò per prima ai lettori come campavano felici i pensionati d’oro di via Roma.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

 

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