Pd, trattativa tra ex maggioranza e minoranza per sfiduciare Soru

Sembra a un punto di non ritorno la crisi nel Pd sardo: trattativa in corso tra gli ex alleati di Soru e la minoranza interna per sfiduciare il segretario.

Renato Soru rischia la sfiducia da segretario Pd con un voto dell’Assemblea. La possibilità si sta facendo concreta col passare delle ore e nella partita sarà decisivo l’orientamento della minoranza interna guidata dal senatore Ignazio Angioni. Ma  non vengano trascurati nemmeno gli ex civatiani de La Traversata, anche loro all’opposizione, seppure siano il gruppo più piccolo.

L- ‘indiscrezione sulla possibile sfiducia al segretario filtra sia da ambienti ex Ds (l’area più numerosa all’interno della minoranza Angioni), sia dagli ex alleati di Soru riuniti nel correntone popolare-riformista che fa riferimento ad Antonello Cabras, Paolo Fadda e Silvio Lai. Tra i due gruppi si sono infittiti i contatti con l’obiettivo di contarsi e mettere nell’angolo l’eurodeputato.

La trattativa viene portata avanti soprattutto a Roma, dai parlamentari sardi. In pole gli stessi senatori Lai e Angioni, entrambi ex Ds, che convergono sulla necessità di sbloccare lo stallo nel quale è finito il Pd sardo. Ma per farlo è necessario che l’attuale minoranza abbandoni quella posizione di terzietà decisa mentre montava lo scontro nell’ex maggioranza, uno scontro concluso col divorzio tra Soru e area popolare-riformista, quindi con la rottura del patto sancito nel congresso del 2014.

La conta parte dai 160 componenti dell’Assemblea. Per sfiduciare Soru servono 81 voti. Gli ex alleati dell’eurodeputato ne sommano da soli una quarantina. L’area Angioni ne ha 58, ma non tutti sono contro Soru. Tra gli ex Ds, per esempio, l’ex parlamentare Giulio Calvisi è considerato tiepido rispetto all’ipotesi del siluramento. Stessa posizione per il renziano della prima ora Chicco Porcu. La corrente nuorese di Tore Ladu – a cui fanno riferimento il senatore Giuseppe Luigi Cucca e i consiglieri regionali Daniela Forma e Franco Sabatini – è invece a favore della sfiducia. Idem l’altro renziano della prima ora, il consigliere regionale Gavino  Manca che è tra i papabili per sostituire Soru. Si fa anche il nome di Sabatini.

E se Lai e Angioni sono impegnati a studiare la strada per smantellare gli attuali assetti, il deputato Siro Marrocu sta facendo più un lavoro di cesello per individuare l’alternativa a Soru nella guida del partito. Nei giorni scorsi, quando nel Pd è cominciata la guerra a colpa di missive aperta da Soru e continuata da Lai e dal deputato Francesco Sanna, Marrocu è stato anche l’unico a parlare in nome della minoranza Angioni, invitando il segretario alle dimissioni.

Non è un dettaglio la posizione del deputato di Villacidro sull’uscita volontaria di Soru. Perché se l’eurodeputato lasciasse sua sponte, il nuovo segretario lo potrebbe eleggere l’Assemblea, come ha chiesto anche il faddiano Cesare Moriconi. Se invece Soru venisse sfiduciato, per il Pd sardo si aprirebbe una fase di commissariamento in attesa del nuovo congresso.

A questo punto dello scontro, forse è tardi perché Soru getti la spugna volontariamente. Lo ha lasciato intendere lui stesso nella lettera di sabato scorso, nel passaggio in cui ha scritto che “gli unici in grado di stabilire” se un segretario abbia o meno una maggioranza sono “i cittadini sardi attraverso lo strumento delle primarie”.

Ovvio che l’attuale minoranza Angioni chiederà una contropartita in cambio dei voti necessari a sfiduciare Soru. O a spingerlo verso le dimissioni. E l’unica contropartita possibile è indicare il nuovo leader. E questo anche col contributo degli ex civatiani che in Assemblea hanno diciannove voti e al congresso del 2014 erano stato i soli a volere il rinnovamento candidando Thomas Castangia. Il quale, come noto, ha aderito a Possibile, ma la spinta rottamatrice del gruppo non si è affatto esaurita.

Lo dimostra la nota stampa diffusa ieri da Gianluigi Piras, componente della Direzione nazionale nonché coordinatore in Ogliastra degli ex civatiani che a livello nazionale fanno parte della corrente Rete Dem guidata dal senatore Sergio Lo Giudice. Piras, invitando “Soru a un gesto di generosità”, ovvero alla dimissioni, ha poi ricordato “la diversità de La Traversata, mai cristallizzata nel proprio ruolo”.

Una posizione, questa, espressa su Facebook anche da altri due civatiani della Direzione. Jacopo Fiori ha scritto: “Sentire la veemenza del segretario, e di chi ha sostenuto la sua candidatura al congresso, contro le derive correntizie e i ‘capibastone’ Fadda e Cabras, fa sorridere. Perché al momento del congresso, quando noi abbiamo proposto facce e metodi alternativi, Renato Soru ci ha sbattuto la porta in faccia, e ha preferito questi signori e il loro voto organizzato”. Così Laura Pisano: “Al congresso non ho sostenuto Renato Soru perché ritenevo (e ritengo) fosse giunta l’ora che il partito avesse il coraggio di scelte diverse e che si potesse riporre fiducia in un rinnovamento vero. Che poi nei fatti non c’è stato, avendo scelto: la maggioranza del partito prima e degli elettori poi, un segretario con un incarico istituzionale pesante e che lo tiene lontano dall’Isola”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share