Pd, Ganau capogruppo. Ma è scontro. Meloni: “Io contrario, serve rinnovare”

“Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha scelto oggi (ieri, ndr) il suo nuovo capogruppo, indicandolo nella figura di Gianfranco Ganau, già stimato sindaco di Sassari e presidente dell’Assemblea nella passata legislatura. Formulo al neo capogruppo sinceri auguri di buon lavoro, anche se debbo pubblicamente rendere noto che non ho dato il mio formale assenso alla sua elezione a questa carica”. Comincia così il lungo post pubblicato su Facebook da Giuseppe Meloni, dem anche lui, gallurese di Loiri Porto San Paolo, il più votato nella lista del partito alle Regionali di febbraio e riconfermato nella massima assemblea sarda per il secondo mandato.

Meloni dà due notizie insieme: ieri il Pd ha deciso il proprio portavoce in Aula, ma l’esponente di Olbia-Tempio si è trovato in disaccordo rispetto alla scelta presa a maggioranza. “Niente di personale ovviamente – si legge ancora nel post -: ho mosso rilievi squisitamente politici e non farò mancare al neo capogruppo il mio leale supporto nell’esercizio delle quotidiane attività consiliari”.

Meloni ha spiegato così il proprio dissenso. “Considero una scelta odierna non rispondente all’esigenza, sempre più emergente tra i cittadini, di rinnovare le persone e l’azione politica”. Esigenza che “il mio partito – prosegue Meloni – è ineluttabilmente chiamato ad assecondare, se vuole davvero riconquistare la fiducia dei sardi e degli italiani e tornare ad essere forza di governo”. Meloni, quindi, smorza il tono e scrive ancora: “La svolta che attendiamo è, tuttavia, solo rimandata. Il prossimo autunno si terranno le Primarie per eleggere la nuova segreteria del Pd sardo. In quella occasione il popolo democratico della nostra Isola sarà chiamato a scegliere la classe dirigente che dovrà guidare il partito verso un vero cambiamento in grado di far fronte concretamente al contesto politico attuale, ritrovando la sintonia con l’elettorato e ricominciando ad avvicinare le persone. Quello diventerà il momento cruciale per decidere democraticamente le sorti del Pd sardo, per scegliere se tornare ad essere una credibile partito di governo o essere relegato per sempre al ruolo di opposizione tra le minoranze”.

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