Passaporto sanitario, ecco le ragioni: ‘blindare’ l’Isola adesso ha un senso

Cresce in Sardegna il dibattito sulle regole anti-Covid da seguire per la stagione turistica 2021, dopo il fallimento della strategia messa in campo un anno fa dalla Giunta di Christian Solinas. Era agosto 2020 quando il governatore, sollecitato dall’amico-imprenditore Flavio Briatore, firmò l’ordinanza che riapriva le discoteche. E ciò senza prevedere alcuna forma di controllo agli arrivi. Quanto è bastato per far ripartire i contagi nell’Isola, nuovi casi che il 13 novembre scorso erano diventati la giornata più nera dall’inizio della pandemia: 623 positivi, 15 morti e 48 ricoverati. In un solo giorno.

Sui social è diffusa la consapevolezza che una soluzione così sciagurata come quella del 2020 non può essere bissata. L’ha capito lo stesso Solinas che è tornato sul tema del passaporto sanitario. Il capo della Giunta sarda aveva proposto la soluzione anche nella scorsa primavera. Ma allora era stata solo una mossa populista perché in nessuna regione c’erano gli strumenti per testare la popolazione su base volontaria. Solinas, come se la nostra Isola fosse la figlia della gallina bianca, pretendeva che fosse Roma a organizzare i test in nome del turismo sardo. Al governatore più di una volta aveva risposto per le rime il ministro Francesco Boccia.

Adesso la situazione generale è ben diversa. Nel giro di un anno, la macchina sanitaria anti-Covid ha fatto passi da gigante. Intanto sono stati liberalizzati i tamponi molecolari, che si posso fare anche fuori dal tracciamento previsto dal Servizio sanitario nazionali. Le regioni hanno siglato protocolli d’intesa con alcuni laboratori privati, concedendo l’accreditamento, ovvero l’autorizzazione a farli. In Sardegna hanno ottenuto il via libera la Kinetica delle Cliniche di Quartu e Cagliari, La Nuova Casa di cura srl a Decimomannu e il Mater Olbia.

Non solo: solo dalla fine del 2020 sono stati prodotti su larga scala i tamponi rapidi. Che purtroppo anche ancora un margine di errore elevato, ma certamente offrono la possibilità di una primissima valutazione. E poi il vaccino, altra conquista nella lotta al virus, una soluzione inesistente nella passata stagione turistica. Ma adesso non c’è motivo per fermare le vacanze di una persona che si è sottoposta alla profilassi anti-Covid. Tanto che oggi non sussiste più il rischio di imporre un provvedimento anticostituzionale che limita la libera circolazione delle persone, perché l’accesso agli esami è garantito a chiunque ne faccia richiesta.

Solinas, per continuare a cavalcare il suo populismo spicciolo, ovviamente nasconde il mutato scenario. E si tratta di un aspetto fondamentale. Il presidente della Regione, che lo scorso autunno, con le trasmissioni di Report, ha fatto una figuraccia nazionale per la storia del parere del Comitato scientifico mai realmente arrivato (anche se nell’ordinanza c’era scritto il contrario), si limita invece a difendere la bontà delle sua richiesta. Anche quella del 2020, pur sapendo che le due situazioni non sono paragonabili. L’11 settembre del 2020, proprio nel tentativo di recuperare credibilità tra l’opinione pubblica, Solinas si era inventato il test per turisti, bocciato dal Tar perché allora non sussisteva ancora l’urgenza di disporre un tale obbligo.

Adesso, in ogni caso, non c’è motivo per fermare i controlli, come poi ha fatto lo stesso Solinas la scorsa estate, passando dal passaporto sanitario impossibile all’autocertificazione. Cioè carta straccia. Appena sarà possibile (anche se gli spostamenti tra regioni restano bloccati), la Sardegna dovrà avere pronte le condizioni di ingresso da spiegare ai turisti. E di traverso non si dovranno mettere le società di gestione di porti e aeroporti, perché alla fine l’impennata dei contagi da agosto non ha giovato a nessuno. Appena il virus aveva ripreso a circolare, c’era stata la corsa alla cancellazione delle prenotazioni. Gli hotel sardi, dopo un agosto non andato malissimo, hanno dovuto fare i conti con un settembre magrissimo. Tuttavia gli albergatori sono al momento gli unici che hanno dichiarato la propria contrarietà al certificato di negatività.

Resta il fatto che la richiesta del passaporto sanitario, o comunque di ogni altra forma di controllo sullo stato di salute di chi arrivi nell’Isola, è una misura gradita ai sardi. Anche perché i cittadini, adesso, intravedono la fattibilità dell’iniziativa. Ciò che garantirebbe vacanze serene non solo ai turisti, ma anche ai residenti. Del resto, prima di intestarsi le ragioni sulla bontà del passaporto sanitario, Solinas dovrebbe imporre controlli anche adesso. Invece, ha raccontato l’attore cagliaritano Jacopo Cullin, in aereo si viaggia come se il virus non esistesse. “Eppure i teatri sono chiusi”. ha scritto in una lettera al neo presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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