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Ore decisive dopo il pranzo di Sardara: cresce la lista e Solinas deve decidere

Sono ore decisive per il presidente della Regione e per i partecipanti al “pranzo proibito” di Sardara. In tanti si chiedono cosa abbia fatto radunare nella stessa struttura varie anime della politica e della società sarda e si chiedono anche se tra una fuga e l’altra qualcuno abbia pagato il conto. Dal punto di vista politico spetta a Christian Solinas trarre le sue conclusioni e prendere provvedimenti. Domani dovrebbero concludersi gli interrogatori delle persone coinvolte nel momento conviviale che si è tenuto all’interno delle Nuove terme di Sardara quando l’Isola era in zona arancione e ai comuni mortali non era permesso andare al ristorante. A quel pranzo Christian Solinas non c’era, ma c’erano tante persone vicine a lui e alla sua maggioranza, e la vicenda – a prescindere dagli aspetti giudiziari – non potrà non avere ripercussioni dentro i palazzi della Regione. Secondo quando riporta l’Unione Sarda, il direttore generale dell’assessorato agli Enti locali e sindaco di Mandas Umberto Oppus ha rivelato al Pm Giangiacomo Pilia di non essere scappato dalla finestra, ma di essere andato via quando qualcuno l’ha avvisato che la Finanza stava indentificando i presenti. Che sia uscito dalla porta o dalla finestra forse poco cambia, se n’è andato ma dopo essere stato scoperto ha chiesto scusa e ha assicurato le sue dimissioni al presidente della Regione.

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Nelle prossime ore Solinas dovrà prendere tutte le decisioni perché se il suo portavoce Mauro Esu (da alcuni considerato uno degli organizzatori, così come Oppus e uno dei padroni di casa, Gianni Corona), è legato a lui da direttamente da un rapporto fiduciario, per gli altri esponenti dei vari rami della Regione valgono regole ben precise. L’articolo 50 della legge regionale 31 del 1998 parla chiaro: l’eventuale provvedimento disciplinare deve essere contestato entro dieci giorni da quando si è avuta notizia del fatto – come spiega l’Ansa -, trascorsi i quali resta la possibilità di revocare i direttori generali degli assessorati o di altri enti, ma con l’obbligo di corrispondergli un’annualità di stipendi. L’alternativa è che le persone legate all’amministrazione regionale beccate al pranzo di Sardara facciano il bel gesto di dimettersi. Dopo gli ultimi passaggi in Procura si allunga ancora la lista di nomi e degli enti coinvolti nel pasto indigesto: secondo l’Unione Sarda, tra i presenti c’era anche il maestro Luigi Puddu, chitarrista appena nominato direttore artistico dell’Ente lirico. Sale così a 29 l’elenco dei partecipanti confermati e sono già dieci in più rispetto ai 19 che erano stati stati ‘beccati’ dalla Finanza.

Marcello Zasso

 

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