Verso le Regionali del 2014: ora anche il Pdl cerca una donna

È potere rosa, in Sardegna. Dopo Michela Murgia e Francesca Barracciu, candidate sicure al governo dell’Isola, ecco le papabili del Pdl: Claudia Lombardo, Simona De Francisci e Alessandra Zedda.

Le Cenerentole della politica sono diventate regine. È potere rosa, in Sardegna, uno tsunami che sta cambiando volto alle Regionali del 2014. Ad agosto il “sì” di Michela Murgia, prima donna della storia isolana a candidarsi al governo della Sardegna. Ieri la vittoria di Francesca Barracciu alle primarie del centrosinistra. E siccome la sfida tra partiti si gioca anche sul marketing – settore nel quale il centrodestra eccelle – le donne del Pdl accrescono le loro chance. Le papabili sono tre: Simona De Francisci, Claudia Lombardo e Alessandra Zedda.

NUOVO QUADRO. Fino a ieri i berlusconiani sembravano avviati verso l’investitura di Emilio Floris, il senatore ex sindaco di Cagliari nettamente in vantaggio su Ugo Cappellacci, presidente uscente penalizzato dai sondaggi. Poi, in anticipo rispetto alle previsioni, è arrivata la crisi a Palazzo Chigi, con i ministri pidiellini che si sono dimessi in blocco tra atti di fedeltà al Cavaliere e prese di distanza. Tant’è: il Popolo della libertà rischia di perdere pezzi nel passaggio verso la Nuova Forza Italia, e anche di dover rimescolare le carte delle candidature. Un altro elemento che rafforza la possibilità di una scelta al femminile pure nel centrodestra.

IL NOME PIÙ PROBABILE. Tra le signore del Pdl davanti a tutte c’è Claudia Lombardo, presidente del Consiglio Regionale. Da record anche lei: prima donna a sedersi sulla poltrona più importante dell’Aula. A dispetto dell’età: è nata nel 1972 (a Carbonia). Figlia d’arte (suo padre Salvatore è stato consigliere nel 1991), è entrata, anche lei con Forza Italia, nella massima assemblea tre anni dopo, ventunenne. Un primato: la più giovane onorevole della storia. Da allora, almeno sul piano elettorale, non ha mai sbagliato un colpo: è alla quarta legislatura.

SPONSOR E ALLEANZE. Nella mappa delle correnti, la Lombardo è messa benissimo: il suo primo sponsor è il plenipotenziario Denis Verdini. E siccome le candidature sarde vengono decise a Roma, la presidente gode di una blindatura fondamentale. Di certo, è una protetta. Ma nel partito lo è sempre stata: era la cocca di Romano Comincioli. Insomma, la Lombardo ha potuto sempre muoversi nei piani alti del berlusconismo. Quattro anni fa, andava anche d’accordo con Cappellacci, poi la rottura insanabile, con strascichi: i due appena si salutano.

TAPPE BRUCIATE. Totalmente diverso è il curriculum di Simona De Francisci, attuale assessore alla Sanità e vicepresidente della Giunta regionale. L’ex giornalista sembra avere una buona stella: nel 2009, senza aver fatto mai un giorno di politica, è stata catapultata nel listino del presidente, arrivando così in Aula da nominata. Sempre al posto giusto al momento giusto. E’ diventata titolare della Sanità per via di un ricorso al Tar: nell’agosto 2011 i giudici amministrativi azzerarono la giunta Cappellacci perché c’erano troppi uomini. Da tempo è una fedelissima di Cappellacci, ma l’aggancio con la politica glielo diede Sergio Zuncheddu, il suo editore, vicinissimo (specie un tempo) al Cavaliere. A Palazzo si dice che la De Francisci alla candidatura ci creda davvero.

DONNA DI GIUNTA. I voti, invece, se li è zappati tutti la Zedda che, nel 2009, si candidò nella lista del Pdl (collegio di Cagliari): diventò onorevole come ripescata, quando Giorgio La Spisa si dimise da consigliere per diventare assessore alla Programmazione e al Bilancio, e vice di Cappellacci in Giunta. Ma anche il suo ingresso nell’Esecutivo è legato alla decisione del Tar sulle quote rosa: prima la delega all’Industria, poi, con l’ultimo rimpasto (dopo le Politiche di febbraio), la Programmazione.

CAMBIO DI FRONTE. Quanto alle correnti interne al partito, la Zedda è stata sempre vicinissima a Giuseppe Farris, leader dei pidiellini all’opposizione nel Comune di Cagliari. Ma l’assessora, sino a qualche tempo fa, andava d’accordo col deputato Salvatore Cicu. Poi il litigio e lo strappo, quindi lo spostamento nell’entourage di Cappellacci.

LE ALTRE SIGNORE. Nel Pdl ci sono anche Rosanna Floris e Gabriella Greco, le avvocatesse, pure loro nominate della politica, entrate in Consiglio regionale dal listino del presidente. Esordio assoluto nel 2009. Ma dall’Aula non si sono più mosse, in Giunta non hanno avuto l’onore (né l’onere) di avvicinarsi. La Floris è la figlia di Emilio, la Greco è stata la relatrice della legge sulla preferenza di genere. Incarico lasciato a fine giugno, quando l’Assemblea affossò la norma.

Alessandra Carta

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