È stato ufficializzato oggi, come previsto, il gruppo Udc-Cambiamo che mette insieme le due campagne acquisti di Giorgio Oppi: lo scorso giugno, infatti, il grande capo dello scudo crociato aveva portato con sé i consiglieri di Sardegna 20venti, Pietro Moro e Domenico Gallus; ieri il patto siglato con Antonello Peru, che ha scaricato Forza Italia ed è passato con Cambiamo del governatore Ligure Giovanni Toti.
Questa mattina sono stati illustrati gli obiettivi (nella foto Ansa), nel corso di una conferenza stampa convocata nel palazzo di via Roma. Con una premessa: “Bisogna rilanciare l’azione politica della maggioranza e dare nuovo impulso all’intera Sardegna”, hanno detto i due, ammettendo i problemi che ci sono nel centrodestra e per superare i quali il presidente Christian Solinas ha convocato un primo vertice di maggioranza nei giorni scorsi, mentre oggi c’è stato l’appuntamento bis dopo lo slittamento di ieri. A preoccupare lo stesso capo della Giunta i tempi biblici coi quali l’Aula approva i provvedimenti normativi.
Oppi oggi ha lanciato un primo avvertimento politico, che la dice lunga sulle frizioni nella coalizione: “Restiamo nella maggioranza ma pretendiamo rispetto, perché i numeri, sono numeri». E il gruppo Udc, da giugno a oggi, ha raddoppiato i suoi componenti, passando da tre a sei. Il leader dello scudo crociato si è rivolto in particolare all’assessore della Sanità, Mario Nieddu, e ha affermato riferendosi alle dichiarazioni rese a proposito del salvataggio dei punti nascita negli ospedali dei centri minori ha affermato: “Non bastano più le parole, perché dopo otto mesi che si sta al governo bisogna incominciare a parlare con i fatti”. Oppi ha detto con chiarezza che “è indispensabile aumentare il ritmo”. Un concetto, quello dalla mancata incisività nell’azione politica della maggioranza, ripreso pure da Andrea Biancareddu, titolare della Cultura e della Pubblica istruzione in quota Udc: “La Sardegna – ha rimarcato l’esponente della Giunta – ha bisogno di pragmatismo, gli annunci non bastano”. Biancareddu ha quindi auspicato “un’accelerata della maggioranza in materia di trasporti, urbanistica e sanità”.
Messaggi diretti anche da parte di Peru: “Non ho lasciato Forza Italia per il semplice motivo che, soprattutto in Sardegna, non esiste più. Sono uscito perché il partito ha concluso il suo ciclo politico”. L’ex presidente del Consiglio regionale, non riconfermato in questa legislatura per via dei processi in corso, si è detto quindi “onorato di essere tra i fondatori di ‘Cambiamo’ in Sardegna. E ha precisato: “Il movimento di Toti al quale appartengo guarda all’elettorato moderato ed è nato per restituire ruolo e dignità ai territori. Bisogna ripartire dal basso e da chi dimostra di avere passione per la politica e per la Sardegna. È la nostra missione e sono certo che solo così potremo proseguire con le adesioni di amministratori e di quanti vogliono impegnarsi per costruire un’Isola migliore”.
Pietro Moro ha chiesto “un cambio di passo e un riconoscimento per il Nord Sardegna”; Domenico Gallus ha spostato l’attenzione sulla nuove adesioni all’Udc a Oristano, dove con lo scudo crociato sono passati il presidente dell’Aula municipale, Tonio Franceschi, che ha scaricato i Riformatori, e Vincenzo Pecoraro, eletto alle Amministrative del 2017 con una lista civica. Del gruppo Udc in Consiglio regionale fa parte anche Gian Filippo Sechi.
