Operazione Psd’Az, il trionfo di Solinas. E la vittoria svela tutti i limiti della Lega

Lega all’11,35 per cento, con 80.181 voti; Psd’Az al 9,90, a quota 69.892 preferenze. Si stanno chiudendo così gli scrutini delle Regionali 2019, quelle che hanno riportato un sardista al governo della Regione: Christian Solinas, classe 1976, secondo Quattro Mori che siederà sulla poltrona più prestigiosa dell’Isola passati trentasette anni dalla Giunta di Mario Melis. Eppure la vittoria di Solinas non è solo la storia di un trionfo. Perché oltre i numeri secchi delle percentuali, due mondi politici separano Lega e Psd’Az, ovvero i partiti che, più di tutti, hanno trascinato il neogovernatore sulla soglia del 50 per cento, media tra il 47,81 di consenso personale e il 51,74 di coalizione, quando mancano ancora da aggiornare i dati di oltre 200 sezioni (su 1.840).

Se si analizzano i voti delle preferenze, si scopre che sono i sardisti ad avere nel centrodestra il maggior peso specifico. E questo a dispetto di quel punto e mezzo di vantaggio che la Lega ha sul Psd’Az. Infatti: in quasi tutti gli otto collegi elettorali della Sardegna, i candidati di Matteo Salvini hanno raccolto appena un terzo delle preferenze andate alla lista; il resto sono voti di opinione. Al contrario, gli aspiranti consiglieri dei Quattro Mori si sono rivelati la vera benzina del partito.

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Ecco le somme per circoscrizione in quota Lega: a Cagliari il partito ha chiuso a quota 24.436 preferenze, mentre i candidati (20 in tutto) ne hanno sommate 7.793. Ovvero il 31,89 per cento del totale. A Sassari i due valori valgono rispettivamente 17.638 e 5.795, pari al 32,85; a Oristano a fronte dei 8.581 voti di lista le preferenze dei candidati si sono fermare a 3.378 (39,36 per cento); a Nuoro i numeri sono stati rispettivamente 6.805 e 4.564 (67,06); in Gallura 7.540 e 3.331 (44,17); nel Sulcis 6.035 e 1.198 (33,10); nel Medio Campidano 5.149 e 1.396; in Ogliastra 3.997 e 2.727 (68,22).

Di tutt’altro segno il trend nel Psd’Az, dove il successo del partito – che ha raddoppiato il consenso rispetto alle Regionali del 2014 (4,67%, 31.886 voti) – è l’acqua portata al mulino dai singoli candidati. I quali nel collegio di Cagliari hanno sommato 30.766 voti, il 100 per cento della lista. A Sassari sulle 11.329 preferenze andate al partito, gli aspiranti consiglieri regionali ne hanno sommate 8.074 (71,26); a Nuoro 5.399 su un totale di 5.415 (99,70 per cento); a Oristano 4.668 su 4.884 (95,57); in Gallura ancora il 100 per cento, con 7.882 voti raccolti dai candidati; nel Sulcis glia spiranti consiglieri hanno messo insieme 5.879 preferenze sulle 6.048 totali (97,20); nel Medio Campidano 2.120 su 2.715 (78,08); in Ogliastra ancora il 100 per cento, con 3.868 voti.

L’elevata incidenza che il voto d’opinione ha avuto sulla Lega alle urne di domenica si ricava anche attraverso alcuni esempi: nella circoscrizione di Cagliari, Andrea Piras, il primo tra gli eletti del Carroccio, ha raccolto 2.012 preferenze; Gianni Chessa, il più votato del Psd’Az nello stesso collegio, ne ha prese 3.947. Sempre nel capoluogo, la seconda della Lega, Sara Canu, anche lei neoconsigliera, entra in Aula con 803 voti; nei Quattro Mori Nanni Lancioni conquista lo scranno da secondo del partito con 3.458 voti. Il terzo dei sardisti, Stefano Schirru, anche lui eletto, ne ha raccolti 2.626. Il terzo della Lega – Mario Nieddu, ma che resta fuori dall’Assemblea – ne ha presi 753.

Trasferendo nel campo della politica i numeri che risultano dal sito della Regione, vuol dire che l’appeal della Lega non solo non è radicato nei territorio, ma proprio perché dipendente dal capo leghista è destinato a sgonfiarsi in base al gradimento dello stesso Salvini. Discorso opposto per il Psd’Az: vero che i sardisti stanno nello schieramento più gettonato al momento, e questa è un’ottima base di partenza. Ma i Quattro Mori ben più del Carroccio possono sfruttare il sostegno dell’elettorato, specie se la coalizione si dovesse ritrovare divisa su qualche tema di governo. per Solinas si tratta di un elemento di forza che potrà evitargli di diventare ostaggio della propria maggioranza.

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Per la Lega, alla fine, la scelta di correre alle Regionali con liste separate dal Psd’Az, come aveva chiesto la base, ha finito per diventare penalizzante. Meglio: ha svelato il reale peso elettorale del Carroccio nell’Isola. E infatti: rispetto alle Politiche di un anno fa, il partito di Salvini non ha guadagnato nulla. A marzo dell’anno scorso la Lega prese il 10,79 alla Camera e l’11,59 al Senato. La media è dell’11,19, ovvero non c’è stata crescita. L’exploit atteso da Salvini non è arrivato.

Come si ripercuoterà questo disequilibrio di fondo tra i due alleati leader della coalizione, è presto per dirlo. Ma già a partire dalla composizione della Giunta si potranno capire gli intendimenti di Salvini nella nuova maggioranza in Regione. Il rischio di un isolamento non è uno scenario che si può ipotizzare a legislatura non ancora cominciata, ma certamente rappresenta una delle opzioni possibili.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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