Nuove regole Covid, sì a feste di nozze. Ma restano colori e coprifuoco alle 23

Le Regioni e il Governo trattano sulle nuove regole Covid in vista dell’estate. Il tema centrale, al netto delle riaperture graduali di tutte le attività, resta la valutazione del grado di rischio. Ovvero il sistema a colori, che verrà mantenuto, seppure cambieranno i criteri.

Il nuovo modello prevede di basare tutto sull’incidenza dei nuovi casi di Covid ogni 100mila abitanti, da affiancare al tasso di occupazione dei posti letto. Perché la tenuta del sistema sanitario è la prima emergenza da tenere in considerazione. La zona rossa, stando alle indiscrezioni, scatterebbe con oltre 250 contagi su 100mila abitanti; la fascia arancione tra i 150 e i 250; la gialla tra i 50 e 150 casi; la bianca con un aumento degli infetti sotto la soglia dei 50. Sempre secondo le ipotesi di lavoro, si dovrebbe passare in zona rossa anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40 per cento e al 30 per cento, ovvero le due soglie critiche. Questo perché le cure vanno garantite a tutti, al sovraffollamento delle strutture sanitarie il Governo non vuole arrivare. E così è sempre stato.

Tra i settori che si avviano verso la ripartenza c’è quello dei matrimoni: il Governo dovrebbe autorizzare le feste, seguendo ovviamente in maniera rigorosa le regole sul distanziamento e l’uso dei dispositivi. Idem le piscine, che ugualmente sono chiuse, ma i contagi in acqua possono essere evitate sempre rispettando i protocolli anti-Covid. Stesso discorso per i cinema: soprattutto in quelli all’aperto non si rischia nulla, mantenendo le giuste distanze e indossando la mascherina.

Le Regioni, dal canto loro, stanno chiedendo a Roma di aggiornare costantemente il sistema di monitoraggio, non più su base settimanale, in modo da evitare i repentini declassamenti. Se invece ci sono indicatori che vengono esaminati in tempo quasi reale, gli interventi di contenimento contro i contagi possono essere immediati e non a cadenza settimanale. La richiesta è legata al fatto che nessuna regione vuole bruciare la stagione turistica alle porte.

Infine il coprifuoco: stando a quanto trapela da Palazzo Chigi e come riporta la stampa nazionale, l’orientamento del premier Mario Draghi, soprattutto per evitare di vanificare gli sforzi sulla vaccinazione, è mantenere il coprifuoco alle 23.

 

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