Nuovo Esecutivo, Solinas aspetta i nomi. La Lega alza la voce, ma viene zittita

Due ore e mezzo di vertice. Una plenaria. Con tutti gli undici partiti presenti a Villa Devoto. Centocinquanta minuti in cui il presidente della Regione, Christian Solinas, ha ribadito come intende nominare i dodici nuovi assessori del centrodestra. Sceglie lui, ha (ri)detto con garbo il neogovernatore che da domani riprende gli incontri bilaterali nei quali gli alleati dovranno fare i nomi (uno maschile e uno femminile) per ogni delega e consegnargli contestualmente i curricula. Poi il presidente deciderà in base alle competenze. Da registrare la mezza sfuriata di Eugenio Zoffili, il commissario della Lega in Sardegna, che ha messo fretta agli altri partiti e rivendicato per il Carroccio tre assessorati più la presidenza del Consiglio regionale. Giorgio Oppi, il grande capo dell’Udc, il saggio del centrodestra, non ci ha visto più e lo ha zittito. Seguito dal coordinatore dei Riformatori, Pietrino Fois.

Dunque a Villa Devoto non hanno fatto notte, segno che la trattativa sulla nuova Giunta procede senza intoppi. Solinas nemmeno oggi si è fatto dare i nomi dei papabili. Il neogovernatore ha voluto ancora insistere sul metodo, quello delle competenze. Non che il consenso raccolto alle urne dai partiti non conterà. Ma non diventerà decisivo ai fini delle scelte. Meglio: non ci saranno nomine fuori dai criteri fissati da Solinas che ha chiesto “cambiamento e discontinuità rispetto al passato”. Confermata di nuovo la quota di quattro donne nell’Esecutivo.

Stando a quanto filtra da Villa Devoto, Solinas intende chiudere i giochi mercoledì, visto che ha promesso l’esordio della Giunta per giovedì mattina, lo stesso giorno in cui è fissata la prima seduta del Consiglio regionale da 60 (nel palazzo di via Roma si comincia alle 10,30). Con questo imbuto stretto dei tempi, vuol dire incontri bilaterali serrati per le prossime settantadue ore. E se il metodo Solinas vincerà su tutta la linea, nella nuova squadra di governo non ci saranno né i consiglieri più votati né i primi dei non eletti.

Quanto al siparietto tra Zoffili, Oppi e Fois, nel centrodestra giurano che è stato divertente. Il coordinatore della Lega l’ha sparata un po’ troppo grossa, peraltro trattando gli alleati con sufficienza. Oppi, notoriamente, non è uno che si fa mancare di rispetto né è avvezzo a prenderla larga. E a Zoffili che chiedeva tre assessorati più la presidenza dell’Aula, ha risposto: “Io non sono venuto qui a perdere tempo”, di fatto derubricando a proposta irricevibile il tentativo di Zoffili di mettere entrambi le mani sulla torta della nuova Giunta. A Oppi ha fatto eco Fois: “Trent’anni di politica – ha sottolineato il coordinatore dei liberal democratici – ci autorizzano a difendere la dignità di questo tavolo e dei nostri partiti”.

Difficile, a questo punto, che Zoffili faccia in futuro un’analoga sparata. E infatti il vertice è finito con un puntino sulla ì messo calcando la mano: la presidenza del Consiglio vale quanto un assessorato. Quindi se la Lega intende occupare quella poltrona, avrà due deleghe in Giunta anziché tre. Anche perché il Carroccio ha chiuso le urne di febbraio poco sopra l’11 per cento, il Psd’Az al 10. Più distaccati Forza Italia e Riformatori, rispettivamente all’8 e al 5. Infatti tutti e quattro i partiti avranno due assessorati testa. Un posto in Giunta per Fratelli d’Italia, Sardegna 20venti e Udc. Una delega, con possibile staffetta di metà mandato, anche per Sardegna civica che dovrà mettersi d’accordo con Forza Paris. Non entrano nell’Esecutivo né l’Uds né Energie per l’Italia perché non hanno conquistato seggi.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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