Ventuno indagati per corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita, turbativa d’asta e falso: tra loro ci sono l’ex presidente della Regione, Christian Solinas, l’ex assessora all’Industria, Anita Pili, l’ex vicepresidente della Giunta, Alessandra Zedda, ora candidata sindaca di Cagliari col centrodestra. E ancora Nanni Lancioni, ex consigliere regionale Psd’Az, Massimo Temussi, allora responsabile di Ats e Aspal e attuale direttore generale delle politiche attive del ministero del Lavoro. Oggi si è aperta l’udienza preliminare per decidere il rinvio a giudizio su alcune nomine della Regione – si parla del 2020 – e che la Procura ritiene illegittime: quelle al vertice dell’Aspal e quella alla direzione del Servizio attività estrattive e recupero ambientale dell’assessorato all’Industria.
Secondo la Procura – col pm Andrea Vacca – il nome del successore di Temussi all’Aspal venne condizionato a partire dalla formazione della commissione esaminatrice che sarebbe stata pilotata da Solinas e Lancioni per assegnare la guida dell’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro a Maika Aversano in modo non lecito. Altra nomina su cui ha indagato la Procura è quella del direttore del Servizio attività estrattive. L’ipotesi è che la selezione sia stata pilotata all’inizio a favore di un funzionario, Nicola Giuliani, grazie all’intermediazione di alcuni imprenditori del settore dei minerali industriali, del segretario generale di Confindustria, Marco Santoru, e del presidente Maurizio De Pascale, che avrebbe fatto il suo nome all’assessora Pili. Alla fine si puntò su un altro candidato, Gianfranco Porcu, che risulterà vincitore. E questo – stando ai riscontri della procura – grazie ad anticipazioni sulla prova orale fornite dalla stessa Pili al suocero dell’aspirante dirigente, l’ex consigliere regionael Pasquale Onida. Poi sarà il Tar ad annullare tutto e dichiare un altro vincitore.