Mauro Pili si candida governatore

Mauro Pili si candida con il suo movimento Unidos alla presidenza della Regione Sardegna per le elezioni del 2014. “Raccolgo e faccio mio il vostro urlo di ribellione e di speranza. Non mi tiro indietro”, ha detto il deputato ex Pdl e già governatore dell’Isola annunciando questa sera la sua discesa in campo in un teatro di Cagliari. Con Pili i candidati ufficiali per le elezioni salgono a quattro: in corsa il presidente uscente, Ugo Cappellacci (Pdl), l’europarlamentare del Pd Francesca Barracciu e la scrittrice Michela Murgia (Progres). Davanti ad una platea di oltre 700 persone, Pili, oggi componente del gruppo Misto alla Camera, arriva alla candidatura dopo la conquista della Regione nel 1999 e la sconfitta, contro Renato Soru, nel 2004.

Accanto al lui con Unidos, il Movimento pro territorio, alcuni transfughi del Pdl e il partito Fortza Paris, ma per ora nessun accenno alla proposta del duo Doddore Meloni-Andrea Prato. L’ex Pdl punta su tre capisaldi: libertà, autogoverno e protagonismo dei sardi e intende “abbattere gli steccati di destra e sinistra” e unire “rivoluzionari e moderati, identitari e indipendentisti”.

Il programma verrà discusso in otto “cortes apertas tematiche per liberare le migliori energie della nostra terra” e andare verso una rivoluzione che porti ad una “libertà della Sardegna da conquistare nelle istituzioni, nelle aule giudiziarie, ma anche bloccando porti e aeroporti e con azioni forti e coraggiose”. Pili rilancia una “sarda alleanza contro Tirrenia, Alitalia, Eni ed Enel”, ma anche il suo piano di rinascita per l’Isola, chiamato Paris, per superare il gap insulare. Il deputato parla anche di cantieri aperti “giorno e notte” per strade, acquedotti e bonifiche e boccia le pale eoliche che sostituirebbe “foreste di querce e lentischi”. Dopo avere, in questi mesi, criticato aspramente le scelte dell’attuale presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ormai ex compagno di partito, Pili non lesina ulteriori attacchi indiretti al governatore: “Pianificare lo sviluppo in funzione dei sardi e non degli amici o amichetti, del Qatar o russi di turno, con i sardi protagonisti dell’ambiente”, dice facendo riferimento ai recenti rapporti tra la Regione sarda e gli emiri.

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